Alessandro siamo in un momento estremamente delicato: il caso Ferragni, il caso Lucarelli. Il mondo dei social è in grande difficoltà. Siamo di fronte al tramonto di un’epoca?

Arrivati come due fulmini a ciel sereno il caso Ferragni ed il caso Lucarelli senza dubbio hanno spaccato l’opinione pubblica e sicuramente non si chiuderanno così facilmente e indolore. Sinceramente spero sia il tramonto di un’epoca social fatta di apparenza e nulla più. E invece sia di contro  l’inizio (o il ritorno) al vero talento, dove ci si possa esprimere con più attenzione e più rispetto. 

A suo avviso, Chiara Ferragni è sotto attacco oppure si tratta semplicemente di un effetto boomerang sulle sue operazioni sospette?

Personalmente non sono nessuno per giudicare. Tuttavia da spettatore credo che la Ferragni abbia sempre mostrato una vita dettata dal successo, spesso suscitando dell’invidia (alle volte buona altre no). Questo ha fatto sì che al primo errore tutti coloro i quali speravano nell’ inciampo, erano già pronti con il dito puntato a sperare il tramonto dell’influencer. Se è vero che da una parte risulta essere “sotto attacco” senza dubbio ha fondato il suo intero impero sui riflettori puntati, cosa che sembra le si stia ritorcendo contro. Una volta si diceva “il pubblico ti da, il pubblico ti toglie”.

E della Lucarelli che dice? Che idea si è fatto della questione del giovane squarciato a una gamba dallo squalo e di Giovanna Pedretti, la ristoratrice che dopo le polemiche sulla presunta recensione al suo locale si è suicidata?

La Lucarelli deve la sua fama a quell’essere picconatrice, sempre pronta al giudizio facile non sempre mettendo d’accordo l’opinione pubblica. Forse anche lei, si spera, comincerà a usare metodi meno forcaioli consapevole che il suo potere mediatoco può provocare, indirettamente sia chiaro, problemi e disagi.

Quale potrebbe essere un’ottima misura di controllo per i social?

Per prima cosa metterei un accesso associato a un documento di identità, in modo che nessuno possa nascondersi dietro degli pseudonimi quanto meno alla base. Poi ci può essere anche un nome di fantasia, perché diversamente sarebbe non più tutelato il diritto alla privacy. Però se il portale registra un documento, in caso di necessità il soggetto può essere identificato. 

Senza regole precise sul web dove siamo destinati a finire?

Da che mondo è mondo come diceva Mosè: “non c’è libertà senza legge”. Per cui non si può pensare a una vita senza regole ed è arrivato il momento che queste regole vengano imposte alla giungle della rete.

Lei i social li utilizza per lavoro o anche nella vita privata?

Preferisco utilizzarlo solo per lavoro o ciò che è funzionale al lavoro. Anche perché credo che la vita di ognuno di noi sia già abbastanza piena di routine per cui se ho qualcosa da mostrare o da raccontare al pubblico bene, altrimenti lascio ad altri la facoltà e la libertà di farlo.