Ferragnez di nuovo nel mirino di Codacons

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Codacons contro Ferragnez, accusati di non aver detto che anche Gofundme fu multata dopo raccolta fondi su covid in favore dell’Ospedale San Raffaele

Non c’è pace per i Ferragnez… l’antitrust li aveva già sanzionati per “sfruttamento della tragica pandemia per orientare i consumatori ad effettuare donazioni”. È forse stato aperto un vaso di Pandora? Si attente ora la replica la difese nelle sedi opportune da parte dei diretti interessati. Intanto Fedez si scaglia anche contro la Premier Meloni!

Durissimo il Codacons contro i Ferragnez. Anzi, in questo caso, nei confronti di Fedez. Il rapper aveva pubblicato diverse stories su Instagram ricordando le “benefiche” azioni della coppia. Nei video ha anche attaccato la Premier Giorgia Meloni, colpevole di aver giustamente messo in guardia i cittadini dagli influencer dopo il gravissimo caso dell’operazione commerciale ingannevole Balocco-Ferragni spacciata per iniziativa di beneficenza. Cosa che ha portato la Ferragni a perdere oltre 10 mila follower e a sparire dai social per 4 giorni prima di tornare per condividere una sua decisione.

La piattaforma Gofundme

«Forse Fedez ha problemi di memoria – attacca il CodaconsIl rapper infatti dimentica di informare i suoi follower che già in passato le iniziative benefiche dei Ferragnez sono state coinvolte nelle sanzioni dell’Antitrust, a seguito di denuncia del Codacons. Nello specifico la piattaforma Gofundme, usata da Fedez e Chiara Ferragni per la raccolta fondi in favore dell’ospedale San Raffaele, nel 2020 ha ricevuto una maxi multa da 1,5 milioni di euro per le commissioni ingannevoli del 10% applicate a chi, in buona fede, donava i propri soldi proprio per iniziative sul coronavirus».

Hanno sfruttato il grave momento della pandemia?

Nel suo intervento d’urgenza l’Autorità ha addirittura sottolineato come tali campagne messe in atto dai Ferragnez abbiano realizzato uno “sfruttamento della tragica pandemia in atto per orientare i consumatori ad effettuare donazioni sulla piattaforma che, promossa come gratuita, prevede costi e commissioni preimpostate”, “nel coinvolgimento della generalità dei consumatori in ragione della ampia disponibilità e partecipazione ad effettuare donazioni per le iniziative di solidarietà e di supporto per il contenimento del Covid-19 e la cura dei malati”.

Chiara e la truffa aggravata

Un Natale davvero “amaro”, dunque, quello che si prospetta per i Ferragnez! Intanto, infatti, tornando al “caso Balocco”, Chiara Ferragni sarà chiamata a rispondere del possibile reato di truffa aggravata. La richiesta è quella di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro “griffato”.  Il Codacons, a seguito della multa dell’Antitrust per pratica commerciale scorretta sul pandoro di beneficenza Balocco, annuncia infatti per lunedì la presentazione di un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia. Questo affinché valutino l’apertura di una indagine per possibili profili penali a seguito della sanzione inflitta dall’Antitrust. A muovere l’azione legale dell’associazione è il gravissimo contenuto del provvedimento dell’Autorità per la concorrenza che ha portato alla sanzione milionaria per la Ferragni.

Nel testo… dei passaggi inquietanti

Nel testo della decisione dell’Autorità appaiono alcuni passaggi inquietanti, come quello dove si spiega che “tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro […]”

Chiara non ha mai donato neanche un euro

“In tutti i contenuti diffusi legati all’iniziativa del “Pandoro PinkChristmas” vi sono espressioni comunque dirette ad avvalorare la circostanza che la Signora Chiara Ferragni in prima persona avesse contribuito all’iniziativa benefica. I documenti istruttori, al contrario, dimostrano la circostanza, non smentita, che la donazione pubblicizzata attraverso le confezioni del Pandoro “griffato” e gli altri messaggi è stata fatta dalla sola società Balocco, senza alcuna partecipazione delle società Fenice e TBS Crew, né della Signora Chiara Ferragni”.

La pesantissima e-mail

C’è poi la pesantissima mail interna di un dipendente Balocco dove si afferma: “Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante”. A tutto ciò si aggiunge la questione economica del rincaro del prezzo del pandoro “griffato Ferragni” a danno dei consumatori, con la confezione che passa da 3,68 euro a 9,37 euro, differenza che “non giustificata da una maggior qualità degli ingredienti, rafforzava, agli occhi del consumatore, il convincimento che nel maggior prezzo del Pandoro griffato fosse incluso un contributo alla citata donazione” – scrive l’Antitrust.

Gravissimo sfruttare i bambini

Riteniamo gravissimo sfruttare un tema delicato come i bambini malati di cancro e la beneficenza per attività commerciali tese unicamente a determinare guadagni per società private”. Queste la parole del Codacons per sottolineare il concetto. E ancora: “Una campagna quella di Balocco e Ferragni che potrebbe aver ingannato la buona fede dei consumatori, modificando le loro scelte economiche portandoli a spendere soldi nell’errata convinzione che il ricavato delle vendite sarebbe andato ad una struttura sanitaria”.

Sono dunque recidivi?

Dunque, questa, è la seconda iniziativa di solidarietà dei Ferragnez coinvolta da provvedimenti dell’Antitrust. La prima, appunto, come già detto, nel 2020 la piattaforma Gofundme usata da Fedez e Ferragni per la raccolta fondi in favore dell’ospedale San Raffaele fu multata con 1,5 milioni di euro per i costi occulti a carico dei donatori. Fatto, quello relativo al Pandoro, che ha portato Chiara Ferragni, proprio ieri, non solo ad annunciare di voler separare le sue operazioni benefiche da quelle commerciali, ma anche a devolvere spontaneamente una cifra bella consistente. Oltre, ovviamente, a scusarsi, cosa non da tutti… va detto! Molti fanno finta di niente sperando nell’oblio! C’è comunque anche da dire, per dovere di cronaca, che un’ombra di sospetto si sta allungando anche nei confronti di un’altra iniziativa analoga del passato, questa volta riguardante le uova di Pasqua griffate con l’inconfondibile occhio blue dell’influencer

Il rischio della reclusione…

Alla luce dei gravi rilievi mossi dall’Antitrust, nonostante il gesto di Chiara, il Codacons presenta quindi un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, chiedendo di valutare gli estremi per l’apertura di indagini sul territorio tese ad accertare la possibile fattispecie di truffa aggravata a danno dei consumatori legata alla vendita del pandoro Balocco griffato Ferragni, sulla base dell’art. 640 del Codice penale secondo cui “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032”, pena che sale fino a 5 anni di reclusione nel caso di aggravanti previste dal Codice.

I truffati possono intentare causa

Il Codacons chiede poi alla Guardia di Finanza di porre sotto sequestro i conti delle società legate all’influencer, allo scopo di garantire le azioni di rivalsa dei consumatori che hanno acquistato il pandoro incriminato, consumatori che, in presenza di scontrini o documentazione attestante l’acquisto, possono avvalersi dell’associazione dei consumatori (inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it ) per intentare causa all’influencer. Attendiamo ora la nuova replica dei Ferragnez!

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A cura di Laura Farnesi

Una vita piena di bollicine a tutti

 

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