
ALESSANDRO PIVA L’UOMO DEI GRANDI EVENTI
Incontriamo Alessandro Piva, noto organizzatore di eventi nei locali più esclusivi della Riviera Romagnola, ma non solo. Classe 1972, Sagittario carismatico con qualità da leader ha lavorato per l’intrattenimento di grosse aziende quali il Pineta by Visionnaire , il Papeete Beach ma anche per Mirabilandia, il parco divertimenti più grande d’Italia. Ha poi lavorato con varie agenzie di management a livello nazionale, dalla Luca Casadei Management a Lele Mora.
Proviamo a dare una definizione della figura professionale ‘organizzatore di eventi’? Che cosa fa e quali competenze deve avere?
Un organizzatore di eventi deve avere in primo luogo un’amplissima rete di conoscenze; sia a livello di strutture che a livello persone. Solo quando si ha un’ampia rete di conoscenze ci si può permettere di costruire degli eventi.
Qual è stato il tuo percorso professionale?
Come spesso succede, ho iniziato per caso questo mestiere. Intorno al 2000 ho conosciuto Fabrizio Fontana, l’interprete di “James Tont” a Zelig tra noi è nata una splendida amicizia che ha fatto sì io lo potessi seguire da vicino in tante sue cose, poi ha rotto con la sua agenzia e ho iniziato a seguire anche qualche sua data. Da qui è partita la conoscenza con il primo personaggio famoso, che poi ovviamente si è ramificata frequentando l’ambiente di Zelig e di Mediaset in generale. Successivamente, a Milano Marittima, con la società M.A.N.G.A, di cui facevano parte anche amici quali Nicola Gazzoni, Marco Benini, Alessandro Sacchetti e Gianni Casadei (che è stato il primo a credere in me,diciamo che forse senza di lui oggi non mi verrebbe fatta questa intervista) gestivamo i locali più frequentati della zona, facevano numeri come quattro, cinque mila persone a serata. Una incredibile realtà seguita con stupore da un po’ tutti. In seguito e anche grazie ai risultati della M.A.N.G.A mi è stata data l’opportunità da parte della signora Rossella Casanova, proprietaria del Papeete, di seguire la parte dell’ Entertainmen e della comunicazione del suo locale e da li si sono ampliate in modo esponenziale le mie conoscenze. Credo di dover quasi tutto a Rossella, è stata per me una maestra di vita in tutto e per tutto, ha creduto in me e spero di essere riuscito a ripagarla almeno in parte. Una donna di gran classe con intuizioni geniali. Mi ha insegnato in primis l’equilibrio, ma anche la pazienza e la voglia di non fermarsi mai. Nel 2010 poi ho conosciuto la Luca Casadei Management, ho iniziato a collaborare con loro come esclusivista.
Quali sono le difficoltà principali che riscontra in questo mestiere?
In questo momento il problema principale è sovente il budget. Spesso è troppo risicato ma altre volte pur avendo un budget elevato, il cliente non è contento perchè avendo messo a disposizione cifre di tutto rispetto si aspetta delle cose che sono pressoché impossibili. Ci sono cose infatti che i soldi non comprano ed è difficile far capire questo a un cliente. Comunque secondo me La cosa fondamentale è imparare ad affiancarsi al cliente per alcuni giorni il più silenziosamente possibile, per capire cosa desidera veramente e cercare di accontentarlo. Bisogna capire chi è lui nel suo profondo e non solo ascoltare le cose che ti chiede perché spesso vuole di più ma non osa dirlo.
Che caratteristiche bisogna avere per intraprendere questa professione?
Le caratteristiche più importanti sono senza dubbio la capacità dialettica e il carisma. Poi per quanto mi riguarda credo sia stata anche l’onestà a pagare. Onestà intellettuale ed economica. I clienti si accorgono di queste cose.
Quali sono le principali attività di cui ti occupi?
Seguo alcuni personaggi famosi, anche se non in maniera esclusiva. Nell’ultimo anno ho lavorato tantissimo con Francesco Facchinetti ad esempio. Poi mi occupo dell’organizzazione e la direzione di alcuni eventi, tra 15 giorni ce ne sarà uno a cui ho dato il titolo “Quando il calcio diventa famiglia”. Ci saranno calciatori di serie A insieme alle loro famiglie, invitati a Milano Marittima da me e dal mio socio per l’occasione Enzo Mammato e il gioco sarà quello di farli sfidare tra loro fiancheggiati dalle rispettive famiglie. L’ idea è quella di far vedere che il calciatore non è quell’elemento estraneo e distante da tutti ma è anche avvicinabile e molto disponibile con le persone comuni. Inoltre faccio delle cose per Mirabilandia e altre importanti aziende, come la Unión Hotel di Canazei direi che in sinfesi Si tratta sempre di organizzazione eventi e comunicazioni, per il mondo della notte invece si parla di entertainment e ora come ore le mie attenzioni sono rivolte a Marco Amadori titolare del Pineta by Visionnaire oltre che alla nuova apertura del Sesto senso di Desenzano sempre di proprietà del noto imprenditore aretino.
Qual è l’evento che ti è rimasto nel cuore?
Forse è banale da dire ma credo sia il primo che ho fatto. E’ stata una soddisfazione molto grande organizzare per Technogym una serata mondiale dove hanno partecipato arabi, americani, russi. Io mi sono occupato della cena , dei cantanti, dei trasporti e di ogni loro esigenza. Avevo fatto delle cose anche prima ma questo è stato il primo evento di portata internazionale.
Quali sono i fattori del successo di un evento?
Come ho detto prima saper ascoltare il proprio interlocutore, per capire cosa vuole veramente e cosa si aspetta dall’evento. Altra cosa importante è lo staff di cui ti circondi. Fabrizio Fini e Alex Montagnini sono con me da dieci anni ad esempio. Questo è fondamentale perché in un evento non si può essere da tutte le parti fisicamente. Se non si ha una squadra forte, dove ognuno ha ben chiaro il proprio ruolo, si rischia di affondare. In più sono importanti perché essendo in primo luogo mie amici mi danno spesso consigli spassionati. Amo il confronto, poi ovviamente decido, ma l età mi ha insegnato ad ascoltare prima di agire. Ovviamente siamo assieme da così tanto tempo in quanto mentalmente viaggiamo nella stessa frequenza d’onda. La pensiamo spesso uguale per cui mi posso fidare ciecamente del loro operato. In più ammetto di avere una straordinaria compagna di nome Simona che ha saputo accettare il mio mestiere, che non ha mai interferito nelle mie scelte anche quando impopolari o quando mi portavano ad allontanarmi da casa, che non ama i riflettori ma che ha saputo accettare mie giornate sotto gli stessi e che soprattutto ha saputo sopportare tutto quello che il mio lavoro comporta.
Quanto tempo dedichi alla pianificazione e promozione dellevento?
Questo è un tasto dolente. Sono una persona molto emotiva e somatizzo tutto. Mi si chiude proprio lo stomaco fin da subito. Per cui se ho un evento da organizzare inizio a pensarci svariati mesi prima e la vivo male se non è tutto pianificato alla perfezione. Poi lo so benissimo che le cose cambieranno mille volte man mano che l’evento si avvicina però purtroppo la vivo male se non inizio subito con la pianificazione. Sono un tipo che pensa tantissimo e dorme poco, ho post-it ovunque, appena mi viene in mente un’idea o un pensiero lo devo appuntare, può succedere anche nel cuore della notte.
Durante l’evento c’è un momento in cui ti rendi conto che è riuscito?
Dal momento che un evento è fatto di tanta organizzazione: trovare la location, adibirla o modificarla per renderla idonea, il catering, i cantanti, le star, le telecamere, i fotografi… il momento in cui mi rendo conto che l’evento funzionerà è quando tutto questo è arrivato. Finché non arriva tutto sono in ansia. Quali sono le cose che non si devono mai sottovalutare nell organizzazione di un evento? Non bisogna mai dare per scontato che una cosa succederà solo perché la si è pianificata. Bisogna controllare fino all’ultimo perchè questa cosa avvenga e non essere mai certi di niente. Sollecito fino all’ultimo giorno l’eventuale ospite o star che dovrà essere presente all’evento ad esempio come seguo passo passo l’arrivo di mobili o piante etc etc
Qual è levento che ti piacerebbe tantissimo organizzare?
Credo che Sanremo sia l’evento più bello da organizzare sotto tutti i punti di vista.
A tuo parere, per lavorare in questo settore è più ‘facile’ tentare la strada di freelance o iniziare con uno stage presso un’agenzia?
Secondo me iniziare come freelance non solo è sconsigliabile ma impossibile. Se è veramente l’inizio non si hanno conoscenze per cui è impossibile organizzare un evento. Nel momento in cui si riceve una richiesta da un cliente non si saprebbe da che parte girarsi. Credo quindi sia necessario stare all’interno di un’agenzia o comunque lavorare per alcuni anni in un mondo che permetta di crearsi una rete di conoscenze varie. L’esperienza tecnica poi la si impara sul campo con il tempo invece.
In sintesi, quali consigli daresti a chi vuole fare questo mestiere?
Il consiglio che posso dare è quello di rimboccarsi le maniche, tenere i piedi per terra, ragionare tantissimo e rendersi conto velocemente se si è portati per questo mestiere oppure no. Se non si è portati si può comunque restare all’interno di questo mondo ma magari non in prima linea. Personalmente penso di essere riuscito anche perchè provengo da una famiglia dai sani principi e valori. In un mondo dove circolano tanto denaro, donne, questo elemento aiuta a tenere la testa sulle spalle e a camminare sempre dritto, senza perdersi mai.
Altro da aggiungere?
Si, mi preme fare un saluto particolare ad un mio caro amico Giuseppe Ritrovato , lui si che è un vero leone.