PATRIZIO MARIA D’ARTISTA, DA ALICE MERTON A DANIELE PECCI, LA STORIA DI UN TALENTO

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PATRIZIO MARIA D’ARTISTA, DA ALICE MERTON A DANIELE PECCI, LA STORIA DI UN TALENTO

Abbiamo incontrato il giovane autore, compositore e produttore abruzzese Patrizio Maria D’artista che, dal teatro al pop, passando per la tv, raccoglie consensi e soddisfazioni.

Patrizio Maria D’Artista, 32 anni ma già un lungo percorso da musicista, compositore, autore e produttore, al fianco di nomi illustri che vanno dal cinema, al teatro passando per il pop.  Sembra che nel tuo cognome ci sia un destino…

Più che di destino parlerei di perseveranza, impegno ed onestà intellettuale. Non ho mai, per scelta, creduto al destino inteso come un qualcosa di inevitabile da accettare senza riserve, credo che ognuno di noi sia, con qualche eccezione, libero di scegliere il proprio futuro. La mia fortuna è stata quella di aver trovato dentro di me quella forza necessaria per crederci davvero. La musica, il mestiere della musica, impone senza riserva alcuna che parte della tua vita, una gran parte di essa, sia completamente a servizio di questa “causa” molto più grande di noi. La perseveranza mi ha portato, nel corso del tempo, ad incontrare le persone “giuste” con le quali ho avuto la possibilità di crescere e di migliorarmi. Sono fiero del fatto che alcuni di questi rapporti siano ormai consolidati nel tempo, a testimonianza di quanto di buono realizzato fin ora.

Daniele Pecci, Gigi Proietti, Patrick Rossi Gastaldi, Phil Palmer, Alice Merton sono alcuni dei personaggi con i quali hai lavorato o interagito nella tua carriera. Come è stato confrontarti con questi Artisti?

E’ stato meraviglioso, lo è sempre! Avere la fortuna di poter lavorare con grandi professionisti o con Artisti dal talento puro ti pone nella condizione giusta per poter comprendere quanto ci sia ancora da imparare, è come se fosse un continuo ristabilire le proporzioni fra ciò che si è ed il limite a cui tendere. Da ogni incontro e collaborazione ho portato via con me un tassello fondamentale per la mia carriera e per la mia crescita personale, a molti di questi Artisti sono poi legato da una profonda stima.


A riguardo di Alice Merton, nel 2015 avete lavorato insieme al brano “One day”, premiato nel 2016 al Festival Città di Todi con One TalentTv, che abbiamo scovato ed ascoltato on line proprio grazie a questo riconoscimento. Com’è nato questo lavoro?

Io ed Alice ci siamo conosciuti quando entrambi frequentavamo la PopAkademie di Mannheim, in Germania.

Michelle Leonard, nostra insegnante nonché grande autrice e vincitrice di numerosi dischi di platino, ebbe l’intuizione di farci collaborare per un progetto internazionale interno all’accademia stessa. Da lì è nata un’intesa artistica ed una bella amicizia, che ci ha portati poi a lavorare insieme al brano “One day” che, in realtà e a discapito del nome, è nato in una notte!

Sono davvero orgoglioso del successo che sta riscuotendo in tutto il mondo, lo merita, il suo talento era lampante fin da subito ed io conservo bene a fuoco tutti i momenti trascorsi in studio con lei e con tutta la sua band che la segue fin dall’inizio. Le auguro il meglio!

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E poi c’è Daniele Pecci, la vostra è una collaborazione felice che va avanti da diverso tempo. Avete altri progetti insieme per il futuro?

La collaborazione con Daniele è di certo una di quelle alla quale sono più legato, sia perché ci siamo incontrati praticamente all’inizio della mia carriera in Teatro, con lo spettacolo “Kramer contro Kramer” nel quale lui era il protagonista maschile, sia perché ormai vi è una visione stilistica comune che ci permette di poter lavorare senza troppi ostacoli e nel pieno rispetto dei ruoli. Daniele è un grande professionista, è un regista molto attento e puntiglioso, nulla è lasciato al caso, è un perfezionista e a volte è complesso stare al suo passo, ma la sua visione è chiara. Ho avuto modo, nel tempo, di apprendere molto dalla sua esperienza e sì… lavoreremo ancora insieme.

L’ultimo spettacolo di Pecci, “Enrico V”, ha esordito al Silvano Toti Globe Theatre di Roma, la cui direzione artistica è di Gigi Proietti. Come è stato il contatto con un Artista del calibro di Proietti?

Gigi Proietti non è solo uno dei più grandi attori Italiani, è un icona.

La sua grandezza sta, non solo nella sua arte, ma nella sua grande umiltà come uomo. Io ero emozionantissimo quando, durante la presentazione della stagione del Globe 2017 al Campidoglio, ebbi il piacere di conoscerlo. Lui, innamorato della mia Sulmona, mi mise subito a mio agio complimentandosi per un brano nello specifico, il “Te Deum”, che avevo composto per la colonna sonora dell’Enrico V.

Vederlo poi in sala, alla prima dello spettacolo, è stata un emozione grandissima…ecco, non capita tutti i giorni!

È datato agosto 2018 uno degli ultimi premi ricevuti, questa volta per la colonna sonora dello spettacolo teatrale “Ovidio Metamorfosi, il Viaggio”. Con il teatro sembra esserci un feeling speciale…

Il Teatro è vita, lì le emozioni non hanno filtri, tutto è lì nel tuo presente, mutevole ed       imprevedibile, non c’è nulla di scontato. Ogni volta che va in scena uno spettacolo con la mia colonna sonora trattengo il fiato fino a quando lo spettacolo non finisce, nella             speranza che ogni singolo ingranaggio si muova nel modo corretto. È per questo che amo scrivere per il teatro, perché è materia viva.

“Ovidio Metamorfosi, il Viaggio” è la mia ultima produzione nata in occasione dei festeggiamenti per il Bimillenario Ovidiano. Uno spettacolo co-prodotto e diretto con Raffaele Latagliata che ci ha regalato moltissime soddisfazioni, fra le quali, appunto, il premio Ovidio che ci è stato consegnato da Gabriele Cirilli proprio a Sulmona. Quest’anno poi ho ricevuto l’incarico come Direttore Artistico del Teatro Comunale “D’Andrea” di Pratola Peligna, in Abruzzo, un incarico del quale sono onorato.

Dal teatro alla tv, recentemente è stata formalizzata anche la tua collaborazione con la rete televisiva Mediaset, un bel traguardo.

Un traguardo che coincide con un nuovo inizio e con l’ingresso in un mondo per me nuovo, quello televisivo, che ha delle dinamiche al suo interno molto complesse e allo stesso tempo stimolanti. Siamo agli inizi di un percorso che spero possa riservarmi, come sta già accadendo con le prime sincronizzazioni televisive e cinematografiche, emozioni nuove e nuovi traguardi da raggiungere.

Ho avuto la fortuna di aver incontrato dei grandi professionisti all’interno della rete, con i quali sono certo, avrò l’opportunità di crescere.

Tornando al pop. Sei autore e produttore per molti talenti emergenti, tu stesso in passato hai inciso dei brani. Cambia il tuo approccio quando scrivi per altri e quando lo fai per te? E in che modo?

Si, l’approccio è chiaramente diverso. Scrivere per se stessi è conseguenza diretta di un’esigenza di espressione, un modo per esorcizzare il dolore, il vissuto personale o semplicemente la voglia di dire la propria rispetto ad un qualcosa. La scrittura, dunque, si fa cura. Tutto nasce da qualcosa di reale e personale che, attraverso la sua codifica nel linguaggio musicale, diventa, nel migliore dei casi, anche portavoce del vissuto di molte persone e di quanti si riconoscono in esso.

Scrivere per altri in parte rispecchia e ricalca queste dinamiche, almeno in partenza, altre volte si ha la possibilità di dare voce al proprio alter ego e dunque far esprimere un’altra parte di noi, parlando di quello che non faremmo dire mai a noi stessi, ma a qualcun’altro sì. E’ un lavoro molto stimolante e complesso, che ti da la possibilità di guardare il tutto da una prospettiva diversa, e credo che questo sia un bene. Alle volte invece è solo un lavoro.

Credi che in futuro potresti tornare sul palco come musicista e cantante?

Non escludo nulla. Ho capito, con l’esperienza, che non è semplice fare programmi alla lunga in questo mestiere, in quanto non sempre si è pienamente consapevoli o padroni fino in fondo delle scelte che si fanno. Spesso le opportunità arrivano all’improvviso e molte volte muovono verso direzioni inattese e nuove. Magari il mio disco uscirà in autunno, o forse in estate, non saprei dirlo ora, quello che posso dire con certezza è che ho molti brani nel cassetto e sono certo che troveranno la loro strada.

E fra tutto questo lavoro c’è la tua vita privata, immaginiamo non sia semplice far conciliare sempre le cose…

Il tempo per tutto il “resto” è, come facilmente intuibile, davvero poco. Bisogna fare delle rinunce e delle scelte, è inevitabile. Questo lavoro è artigianato puro, richiede tempo e molta cura. La mia grande fortuna è che ho delle persone meravigliose al mio fianco, che hanno compreso quanto questo momento, questo periodo della mia vita, sia delicato per me, mi sostengono e non danno peso alla mia assenza, grazie per l’occasione che mi stai dando per ringraziarle di nuovo.

Una vita piena di Bollicine a tutti!

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