VENEZIA IMPALLIDISCE PER IL VIRTUAL REALITY DEL FILM “JESUS VR”

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VENEZIA IMPALLIDISCE PER IL VIRTUAL REALITY DEL FILM “JESUS VR”

Che la tecnologia moderna abbia più fertilità rispetto a una donna incinta, lo abbiamo capito ormai almeno da un trentennio. Ma alla Mostra del Cinema di Venezia, dopo la proiezione di “Jesus VR” (VR sta per Virtual Reality), molti dei fortunati 50 spettatori presenti in sala hanno dichiarato che il grande schermo – anche se non necessariamente quello, potremmo parlare di produzione filmica – ha raggiunto un picco inatteso. Sono due le cose che servono per poter vedere quest’opera: una maschera tipo quella usata per andare sott’acqua, e una sedia girevole. Perché la maschera, direte voi? Perché i cari, buoni “vecchi” occhialini 3D saranno sostituiti da qualcosa che non ha precedenti nella storia. Lo spettatore non si troverà davanti a uno schermo, ma per l’effetto della maschera sarà come lui stesso protagonista del film. jesus vr Si troverà lì, nella storia, nelle varie ambientazioni. La sensazione è da brivido, se ci si pensa. Ma sarà anche un modo, un po’ come succede per i reality show in Tv, di mandare a casa la qualità. Infatti, a detta dei severi critici presenti in Laguna, “Jesus VR” non è un capolavoro, ma l’effetto novità dell’era virtuale riesce in qualche modo a nasconderlo. La sedia girevole, o sgabello che dir si voglia, occorre invece per essere in “movimento nel film”. Così capiterà che se da una parte non avrete piacere ad assistere alle agonie di Cristo sulla Croce, vi potrete girare e osservare lo sguardo addolorato di Maria. O se preferite non guardare la tremenda scena della flagellazione, potrete voltarvi e vedere i visi compiaciuti di chi ha consegnato nelle mani di Pilato il figlio di Dio. Insomma un incrocio tra sacro e profano, nel senso che la sacralità della storia si intreccia con la profanazione del cinema più tradizionale, quello per cui si andava nelle sale, a mangiare caramelle o popcorn, dove si tentava il colpo di sedurre la propria conquista o comunque di rilassarsi lasciando i pensieri fuori dalla porta dello stabile. Non sarà più così, perché il Virtual Reality lo si potrà trovare ovunque, e prima o poi, storia di qualche anno, anche in casa propria. E addio vecchie abitudini. In nome di una tecnologia che avanza, ma che arretra, e di tanto, il valore umano in nome di quello artificiale.

Andrea Iannuzzi

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