
TRICOPIGMENTAZIONE: I CONSIGLI DI GIACOMO URTIS
I CONSIGLI DI GIACOMO URTIS: TRICOPIGMENTAZIONE
Rinfoltire la chioma senza ricorrere alla chirurgia: oggi è possibile grazie alla tricopigmentazione. La Tricopigmentazione è un nuovo trattamento finalizzato alla mimetizzazione della calvizie e degli esiti cicatriziali sul cuoio capelluto dell’uomo o della donna, attraverso l’immissione nello strato superficiale del derma di pigmenti bioriassorbibili specifici per Tricopigmentazione.
Con la Tricopigmentazione, si può ottenere un effetto di capello rasato oppure un effetto riempitivo di un’area diradata. È anche possibile ridurre la visibilità di un esito cicatriziale, con l’utilizzo di un’apparecchiatura studiata esclusivamente solo per lavori su cuoio capelluto. Con questa apparecchiatura, aghi dedicati, l’esperienza del Tecnico Tricopigmentista, viene immesso un pigmento specifico bioriassorbibile nello strato superficiale del derma per ottenere un infoltimento netto e perfettamente apprezzabile su tutta l’area trattata.
La Tricopigmentazione può essere considerata come validissimo complemento alla medicina e chirurgia al fine di dare il miglior servizio al paziente.
OBIETTIVI
Quando il cuoio capelluto viene interessato da diradamento/calvizie/alopecia nelle sue varie forme, per cause diverse, oltre le tecniche di autotrapianto e le svariate cure attualmente disponibili, con la Tricopigmentazione, possiamo ridonare otticamente un aspetto più ricco e folto su tutta l’area interessata mentre, gli esiti cicatriziali, possono essere mimetizzati con risultati eccellenti.
La Tricopigmentazione è un’alternativa all’autotrapianto di capelli quando il paziente per svariate ragioni non vuole sottoporsi ad un intervento chirurgico. Diventa integrativa quando il trattamento permette di completare dal punto di vista estetico un autotrapianto e dare un valore aggiunto all’operato del chirurgo.
Ecco i casi di trattamento della Tricopigmentazione:
DURATA
La Tricopigmentazione può essere eseguita tra una soluzione bioriassorbibile o definitiva. La prima soluzione permette la permanenza del pigmento nella cute per 8/24 mesi garantendone un’ottima visibilità per i primi mesi, andando ad attenuarsi gradualmente fino alla scomparsa.
La seconda soluzione con pigmenti “indelebili” è più rischiosa. Il cliente che si sottopone a questo tipo di trattamento vorrebbe farlo una sola volta e mantenere il risultato per tutta la vita. Purtroppo non è così. Qualsiasi colore esistente in natura subisce delle evoluzioni cromatiche a causa dell’esposizione solare. Ciò comporta un’ossidazione degli elementi minerali contenuti all’interno dei pigmenti provocandone un viraggio indesiderato.