STEFANO D’ORAZIO PORTA CON SE TANTI RICORDI DI OGUNO DI NOI

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STEFANO D’ORAZIO È SCOMPARSO IERI SERA A CAUSA DEL COVID-19. IL (MIO) RICORDO DI UN UOMO STRAORDINARIO

Anche Stefano D’Orazio ci ha lasciati. Il Covid-19 con lui è stato feroce, non risparmiandolo dalla conseguenza più drammatica di un virus che colpisce chiunque e senza distinzioni. Normalmente noi di Bollicine Vip non amiamo parlare di persone scomparse, ma io devo fare un’eccezione se non altro per rispetto a profondo dolore che ho provato appena appresa la notizia.

Stavo guardando il GfVip ieri sera, quando poco prima che le agenzie battessero la notizia, un collega mi chiama e mi dice: è morto D’Orazio dei Pooh. In quel preciso istante, dopo un silenzio durato almeno 30 secondi, non sentivo nemmeno più la televisione accesa a volume alto, la mia mente era volata indietro di 30 anni.

Era il 1990 quando ho visto i Pooh per la primissima volta dal vivo. Mi trovavo a Sanremo, nel celebre quarantennale del Festival che l’allora patron, Adriano Aragozzini, decise di spostare dalla sede del Teatro Ariston al Palafiori presente nella Valle Armea (tra Sanremo e Arma di Taggia). Ero nella seconda fila davanti al palco quando i fab 4 entrarono sul palco per provare la loro canzone “Uomini Soli” che poi vinse il Festival.

Avevo 16 anni, era la seconda volta che andavo a Sanremo, ma la prima in cui avevo l’incarico di intervistare i cantanti per Radio Savona. Tutto questo grazie alla mia amica Caterina Ratta, all’epoca giornalista della Rai della Liguria e della Gazzetta di Loano. E’ stato emozionante vedere i Pooh. Caterina a un certo punto, finite le prove, mi prese per mano e mi trascinò dietro le quinte. Lei li conosceva bene, avendo avuto un flirt con uno di loro che per rispetto suo non ho mai rivelato a nessuno. E’ stato allora che ho stretto a D’Orazio e a tutti gli altri la mano. Impossibile dimenticare questi momenti, che non sono solito raccontare in questo modo. Ma ieri sera, sbigottito, quando ho saputo che Stefano D’Orazio se n’era andato, ho rivissuto in pochi attimi quelle sensazioni.

Lui era una persona perbene, gentile, un gran lavoratore e un grande artista. Tante cose di lui le ho sapute attraverso i racconti di Francesco Facchinetti (figlio di Roby) e di Daniele Battaglia (figlio di Dodi) con cui ho avuto occasione di lavorare a stretto contatto alla fine degli anni 2000, gestendo l’ufficio stampa di un grande management di cui loro facevano parte.

Ero così contento quando ho rivisto sulle scene tutti e quattro più Riccardo Fogli due anni fa. Una reunion straordinaria per quelli della mia generazione e forse anche della generazione precedente e successiva. Poi Stefano, dopo lo scioglimento del gruppo, nel 2009, aveva scritto e realizzato tanti musical di successo come Pinocchio, Alladin (che ho visto) e Mamma Mia!.

Inutile aggiungere altro, la vita artistica di D’Orazio è la miglior risposta a qualsiasi domanda su di lui. Un altro grande che se ne va. E se ne va per il nemico invisibile che da febbraio cerchiamo di combattere. Questo ci deve far riflettere per non abbassare la guardia e per cercare di lottare insieme per sconfiggerlo. Stefano D’Orazio sarebbe stato al nostro fianco.

ANDREA IANNUZZI

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