STEFANIA FERRETTI, LA STILISTA DI OY CHE “REINVENTA” LA MODA

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STEFANIA FERRETTI PUNTA AL RICICLO DELLE VECCHIE PELLI, TRASFORMANDOLE IN ACCESSORI COME BORSE, ZAINI, CAPPELLI. UN’IDEA INNOVATIVA CHE PUNTA MOLTO SULL’ESTINZIONE DELLO SPRECO, E DELLA GENIALITÀ DI CAPI CHE POSSONO ESSERE UTILI ANCHE DOPO TANTI ANNI

Stefania Ferretti è una stilista geniale. Che ha creato un’azienda di moda con un focus davvero interessante: il riciclo delle pelli. Quando si hanno per esempio negli armadi delle pellicce delle nostre mamme o delle nostre nonne che non si usano più, o che sono un d’antan, ecco che Stefania Ferretti, e la sua attività OY, possono fare al caso vostro. Visoni, cincillà, volpi dai classici cappotti coprenti possono divenire comode borse, zaini, cappelli. E tutto con uno stile luxury e un gusto davvero sorprendente. Abbiamo parlato con lei.

Stefania quando comincia la tua avventura di stilista?

La mia avventura comincia quando finalmente ho deciso di investire tempo ed energie nelle mie passioni. Dopo anni di professione da architetto, ho ricominciato a studiare facendo un Master sul lusso al Polidesign di Milano, e successivamente ho realizzato accessori pensando solo a cosa io avrei voluto trovare nei negozi.

Come mai hai deciso di chiamare la tua azienda OY?

Penso che la vera ricchezza di ognuno di noi sia la propria unicità e l’obbiettivo dovrebbe essere quello di diversificarsi, esprimendo se stessi al di là di ogni moda. Da qui OY, che significa Only for You. Ho creato, per esempio, un unico pezzo di un cappuccio e di una borsa con doppia funzione di manicotto e di borsetta da sera, entrambi in visone bianco di altissima qualità, ispirandomi alla Prima alla Scala di Milano. Un unico accessorio per una serata speciale. Saranno poi rimessi in vendita per Natale solo dopo l’8 Dicembre. Il vero lusso per me è legato all’unicità, l’unicità è legata all’artigianalità e l’artigianalità è necessariamente Made in Italy.

A cosa ti ispiri quando disegni le tue borse?

Mi piace legare il concetto di eleganza a quello della praticità. Non è la persona a doversi adattare all’accessorio ma al contrario l’accessorio deve soddisfare le esigenze delle persone. La mia borsa è molto leggera e capiente, con fodera impermeabile adatta quindi a tutte le fasi della giornata. Un’altra borsa da giorno può essere trasformata facilmente in borsetta da sera attraverso un facile sistema di catene interne per le donne che spesso non riescono a tornare a casa dopo il lavoro prima di una serata importante. Gli zaini lasciano libere le mani permettendo di andare in bici, prendere in braccio un figlio o tenere in mano un piatto e un bicchiere contemporaneamente, non rinunciando per questo all’eleganza. L’accessorio diventa parte dell’outfit.

Qual è il tipo di donna che può portare i capi OY?

In realtà i miei accessori sono pensati per uomini e donne che amano la semplicità del lusso ( mai ostentato ma discreto) e che vogliono guadagnare in libertà e comodità senza rinunciare all’eleganza. E poi ancora ai ragazzi che puntano all’originalità senza rinunciare alla funzionalità.

Si dice che la moda italiana sia in crisi, anche per una perdita di identità. Secondo te è vero?

Così come le persone sono uniche, l’Italia e la moda italiana devono essere uniche. La globalizzazione per me significa non confondere le culture, ma portare nel mondo un concetto identitario della italianità. Da questo punto di vista i concetti da cui si deve partire sono artigianalità e creatività che da sempre ci appartengono.

GIANNI LUPO

 

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