SEBASTIAN CALTAGIRONE: PARLA L’AVVOCATO LEONARDO D’ERASMO

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SEBASTIAN È IL PICCOLO CHE PAMELA PERRICCIOLO HA FATTO PASSARE COME IL FIGLIO IN AFFIDO DI MARCO CALTAGIRONE. IL LEGALE DEL BAMBINO: STIAMO PROCEDENDO IN TRIBUNALE PER TUTELARE IL BIMBO E LA SUA FAMIGLIA

Nella storiaccia Pamela Prati/Mark Caltagirone a inorridire pubblico e media è certamente la storia del piccolo Sebastian, fatto passare dalle donne coinvolte in questa faccenda dai toni ancora molto misteriosi come il bimbo del finto imprenditore e quindi legato alla showgirl.

Questo, forse, è l’aspetto più grave della bizzarra e pericolosa trovata del clan Prati/Michelazzo/Perricciolo, poiché è coinvolto un minore, e i reati ipotizzati a carico delle donne sono davvero sconvolgenti. Ne parliamo con Leonardo D’Erasmo, l’avvocato di Sebastian, e della sua famiglia, che già abbiamo conosciuto in occasione delle sue molteplici partecipazioni a Live da Barbara D’Urso. L’avvocato, in questa intervista esclusiva rilasciata al settimanale Voi, racconta come stanno davvero le cose.

Avvocato quali sono i reati ipotizzati, o effettivi, per il caso di Sebastian nell’affaire Prati/Caltagirone?

A mio avviso, si configurano i reati di truffa (art. 640 c.p.), con l’aggravante dell’art. 61, punto 5, c.p. poiché si tratta di minore, e di circonvenzione di incapace (art. 643 c.p.).

Ci spiega esattamente in che modo il bimbo è stato coinvolto nella faccenda?

Al piccolo, spacciato per Sebastian Caltagirone, figlio asseritamente in affido al presunto Mark Caltagirone, hanno fatto credere di prepararsi per una fiction. Infatti, gli è stato dato un copione e gli venivano richiesti video-selfie e note audio in cui recitava il ruolo del bambino (malato di tumore alla gola) protagonista della fiction. In realtà, oggi, sappiamo che la fiction non esiste e che il bambino è stato usato per dar credito alla vicenda del finto matrimonio tra la Prati e Mark Caltagirone.

In questi casi la legge come può agire?

In qualità di legale, dei genitori e del bambino, ho presentato una querela alla Procura della Repubblica di Roma e per i fatti rappresentati è in corso una indagine. E’ ipotizzabile anche un’azione civilistica per il risarcimento del danno.

MARIKA MOLINA

 

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