Sanremo 2022: il festival dell’ingiustizia. Dove ad essere dimenticati sono stati gli artisti emergenti

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L’altro Sanremo. Il Sanremo dell’ingiustizia, dove a pochi è stato concesso tutto, e a moltissimi il nulla. Dove è stato dimostrato che la legge non è uguale per tutti. 

Il Sanremo dell’Ariston aperto e locali chiusi, di super green pass facoltativi per non discriminare ma solo nell’ambito del Festival.

Il Sanremo dell’affronto a una categoria in ginocchio, sbeffeggiata e dimenticata proprio da chi verte sulla musica come modello di business da sempre. Il Sanremo dell’indifferenza nei confronti di chi, da sempre, fa sì che festival, discoteche, live club, sale da ballo abbiano ragione di esistere.

Ma in questo Sanremo della sensibilizzazione scontata, dei pipponi forzati, del politicamente corretto attraverso monologhi e canzoni, non una parola a sostegno della musica in agonia. C’è da chiedersi come sia possibile che sul palco emblema del della musica italiana, nessuno, e dico nessuno, ci abbia pensato! Quale luogo migliore per lanciare un segnale forte.

Un Sanremo all’insegna di mancanza di solidarietà a tutto tondo anche da parte degli artisti che hanno calcato il palco dell’Ariston. Artisti che grazie all’opportunità di essere sotto i riflettori, avrebbero potuto fare molto e non lo hanno fatto se non per se stessi. Artisti che si sono resi complici con la loro partecipazione al Festival e col loro silenzio, nello sdoganare come legittima un’ingiustizia e come irrilevante una tragedia.

Un Sanremo della mancanza di coerenza in cui la maggior parte del popolo degli artisti si lamenta in social, raramente scende in piazza e regala ascolti dietro uno schermo.

Il Sanremo dei numeri e non dei contenuti.

Dove ciò che conta sono i followers e non le canzoni, c’è da chiedersi quale sia esattamente il ruolo di un direttore artistico oggi… Il Sanremo dalle personalità artistiche inconsistenti, di voci anonime tunate, delle canzoni deboli e scopiazzate, dei testi più brevi dell’elenco infinito di autori di ogni canzone, sempre gli stessi…

Un Sanremo di sogni spezzati per giovani artisti emergenti talentuosi ma con un numero insufficiente di followers per essere appetibili. Pieni di speranze, in cerca di opportunità, cui è stato negato, non solo il palco del Festival, data l’eliminazione della categoria giovani, ma anche un pezzo di marciapiede in città per esibirsi come di rito durante il festival, per tutti loro uno degli appuntamenti tra i più attesi per incrementare contatti e visibilità.

Loro, gli emergenti, la fascia più fragile per i quali nessuno ha speso una parola, a cui sono stati rubati due anni e qualsiasi possibilità di promuoversi in manifestazioni e festival, guadagnare attraverso i live, consentendo loro di investire sui propri progetti, loro che con l’energia dei loro pochi anni non si sono arresi e non hanno perso luce negli occhi, forza e speranze e che hanno fatto tutto quello che hanno potuto per “esserci” comunque nonostante tutto.

Sanremo Valentina Gautier

Le parole di Valentina Gautier, fondatrice e presidente di Caliel News Generation.

A parlare è Valentina Gautier. Cantautrice fondatrice e presidente di un’associazione di artisti, Caliel Next Generation, da anni in prima persona in prima linea nella lotta a favore della regolamentazione della categoria musica e con l’associazione che rappresenta un’importante realtà di promozione e di riferimento per molti artisti emergenti.

Da artista, come tutti i fondatori della nostra realtà, so bene cosa significhi fare musica in Italia. I giovani artisti oggi hanno solo apparentemente più possibilità di un tempo, nella realtà vivono una grande pressione perché a differenza di prima, quando “esisteva” la discografia, devono necessariamente anche essere imprenditori di se stessi. Dovendo competere con grandi realtà che li escludono se non possiedono requisiti, che non sono artistici ma numerici e di visibilità, a prescindere dai contenuti artistici che propongono e ciò è molto triste. Quindi posso affermare con certezza che se è verò che ai tempi della discografia “vera“ la selezione era strettamente artistica, oggi l’aspetto artistico passa tristemente in secondo piano.

Ciò che arriva al grande pubblico non è necessariamente il meglio della creatività emergente.

Molti artisti e molto talentuosi spesso al grande pubblico non riescono ad arrivare. Un artista che nasce oggi, è vero, che ha più strumenti per gestirsi autonomamente, ma spesso non li sa utilizzare, e, ciò che è peggio, non è nelle condizioni di affrontare investimenti importanti. Il concetto è che la musica si promuove esattamente come un detersivo a prescindere che sia buono o meno. La differenza la fa l’investimento, e gli investitori e le discografiche intese come imprese discografiche esistono solo nel momento in cui l’artista per conto proprio ha un bagaglio “numerico” che lo rende appetibile, sono rarissimi i casi in cui viene smentita questa realtà, quindi gli artisti oggi sono sempre più impegnati su social che sullo strumento per comporre le proprie canzoni o su un palco e non è questo che si aspettavano di fare.

E’ con loro che da anni mi relaziono, con i loro progetti, le loro difficoltà, le loro insicurezze, le loro aspettative. Affiancandoli in un percorso difficile per chi non esce da un Talent, Sanremo o non ha numeri social, perciò Talent e Sanremo restano un obiettivo ambito per i giovani artisti che non hanno numeri web e quindi requisiti per poter accedere ai piani alti.

Una situazione ingiusta, delicata e complessa, lo dico da artista. In un ambito in cui ciò che dovrebbe contare è lo spessore artistico. Una grande fatica insomma per poter inserirsi in un mercato già difficile per un emergente. Nonostante per alcuni siamo riusciti ad ottenere risultati apprezzabili e importanti e soprattutto reali. Lavorando come si dovrebbe lavorare con un artista e non con un influencer. Mettendo al centro la musica. Si sono avvicendate le generazioni ma le storie e i sogni dei giovani artisti sono gli stessi, basta parlare con alcuni di loro per rendersene conto.


Sanremo Marco GuellaMarco Guella

Cosa rappresenta per un giovane artista il Festival di Sanremo, un traguardo o un trampolino di lancio ?

Un trampolino di lancio.

Cosa ti ha spinto a fare musica a scrivere canzoni?

Prima di tutto la passione, prima per il canto e poi per la scrittura. Poi il desiderio di far emozionare il pubblico attraverso le mie canzoni e le mie stesse emozioni.

Che effetto ti fa ritrovarti in classifica con il tuo ultimo singolo “Tu sei“?

Un’emozione grandissima ,una grande gratificazione

 

 


Sanremo JoèJoè

Sei figlio d’arte, i tuoi genitori sono musicisti, è quindi stata una scelta naturale fare musica?

Non è stata una scelta così scontata, la consapevolezza è avvenuta ad un concerto quando ho capito che era lì sul quel palco che avrei voluto essere.

Hai mai pensato di partecipare a Sanremo?

E’ ancora presto per intraprendere un percorso in questa direzione. Per ora scrivo in inglese, sono orientato verso un pubblico internazionale. Ma credo che in futuro è un percorso che vorrò tentare, diciamo che è un sogno e la mia filosofia è che i sogni si possano trasformare in materia.

Il tuo primo singolo Dandelion è in top 20 in una classifica radio internazionale indipendenti, te lo aspettavi ?

Non ci posso ancora credere ! Fantastico !

 


Sanremo Chiara_AlesciChiara Alesci

Cantautrice, sei diplomata in canto, chitarra e armonia e solfeggio, un’artista completa insomma.

Ho scoperto la mia passione per la musica da piccolissima e diciamo che ho preso molto seriamente questa passione e mi sono preparata al meglio…

Pensi che il Festival di Sanremo sia ancora la vetrina migliore per lanciare o consolidare la carriera di un artista?

Assolutamente sì, molto importante sia a livello nazionale che internazionale, anche per le etichette indipendenti che negli ultimi anni possono accedere al Festival.

Ma nonostante tu non sia passata dal Festival pare che le tue produzioni stiano andando comunque bene, quindi non solo Festival ….

Non solo Festival in effetti ,sono entrata in classifica radio quindi….per fortuna ci sono anche altre strade per crescere…


Sanremo Vincenzo CantielloVincenzo Cantiello

Sei giovanissimo ma hai già una lunghissima esperienza.

In effetti sì, già da bambino ho partecipato a molti concorsi canori per approdare dodicenne a “Ti lascio una canzone” Junior, “Eurovision Song Contest” e lo scorso anno “All together now“.

Talent sì Talent no, cosa ne pensi in merito? È utile? Crea opportunità?

Per un artista ai primi passi è davvero molto difficile emergere quindi tenti tutto il possibile, il percorso talent per me è stato positivo, sono soddisfatto di quello che ho fatto e ne vado fiero, il percorso talent mi ha fatto crescere e creato tante nuove opportunità.

Cosa ne pensi del festival di Sanremo ?

Wow è il mio sogno nel cassetto! Mi vengono i brividi solo a pensarci! Tutti gli artisti anche emergenti vorrebbero partecipare a Sanremo.

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