A causa di un intervento, rivela Nadia Rinaldi, ha rischiato la setticemia! Dopo l’operazione ha sentito il rumore della pelle che si apriva

Nadia Rinaldi aveva deciso di ricorrere alla chirurgia estetica dopo essere notevolmente dimagrita. Quell’operazione che doveva farla sentire più a suo agio nel suo corpo, invece, si è trasformato in un incubo!

Nadia Rinaldi ha deciso di rivelare solo ora una brutta esperienza passata. L’attrice ha infatti vissuto un periodo decisamente difficile a causa di alcuni problemi di salute nati in seguito a quella che doveva essere una “semplice” operazione al seno.  «Non l’ho mai raccontato perché non è una cosa piacevole. Ho fatto una addominoplastica in seguito a un grosso dimagrimento».

SI ERA DIMAGRITA TANTISSIMO

«Avevo tanto seno – racconta Nadia Rinaldi – e dopo la perdita di peso era rimasto svuotato, ed è stato ridotto. Ma è stata tolta talmente tanta pelle che mi si è riaperto tutto. Io dallo specchio vedevo addirittura le protesi».

NADIA RINALDI HA SENTITO LA PELLE CHE SI APRIVA

«Si è riaperta la cicatrice, perdevo liquido e stavo andando in setticemia – prosegue Nadia Rinaldi – È successo nel 2014, era una riduzione, ma evidentemente hanno messo una protesi troppo grande e la pelle non ha retto. Ero in degenza a casa di mia mamma e ho proprio sentito il rumore della pelle che si apriva, quando mi sono alzata perdevo liquidi da tutte le parti».

LE HANNO TOLTO ENTRAMBE LE PROTESI

La degenza di Nadia Rinaldi è stata dunque lunga e molto complicata, così tanto da mettere la sua vita in pericolo. «Facevo le medicazioni a casa come mi era stato detto, però sentivo che c’era qualcosa. Il medico non c’era, la mattina sono andata al pronto soccorso arrancando accompagnata da mia sorella e immediatamente mi hanno tolto entrambe le protesi»

UN ANNO E MEZZO SENZA SENO

«Sono stata un anno e mezzo senza seno con l’ovatta, perché non si potevano rimettere a causa dell’infezione in atto. Può anche succedere – conclude Nadia Rinaldi – Non voglio dire che c’è stata negligenza, però la sofferenza è stata drammatica».

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A cura di Laura Farnesi

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