LOREDANA BERTE’, “AMICI NON NE HO, MA AMICHE SI”

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Domenica-in- bertè-bollicine-vipLOREDANA BERTE’, “AMICI NON NE HO, MA AMICHE SI” 

Loredana Bertè si confida alla telecamere di Domenica In. La cantante racconta a Paola Perego i punti chiavi della sua vita raccolti nel libro “Traslocando” e nell’ultimo brano “Amici non ne ho, ma amiche sì”. Sembra proprio che questa fase della sua vita la veda più tranquilla e consapevole, ma in fondo confessa di essere sempre in trincea. “La mia valvola di sfogo è la musica, la depressione mi viene quando torno in casa, dove non c’è nessuno che mi aspetta, neanche un cane. E allora mi torna indietro tutta l’adrenalina di due ore e mezza di gente che mi sta intorno”, dice Loredana, facendo evidentemente riferimento alla sua esperienza ad Amici di Maria De Filippi

Nel suo libro ha svelato tanti passaggi duri della sua infanzia. “Il capitolo sulla famiglia è il più duro. Perché?” le chiede la Perego: “Perché è andata così. Io e Mimì ci trovavamo spaesate in questo nucleo di gente al quale non appartenevamo. Ci facevamo forza. E anche il nostro cane ci aiutava tanto. Si chiamava Clito. Era lui a venirmi a prendere a scuola quando avevo cinque anni”. Quando si riferisce ai suoi non li nomina mai: “Papà e mamma non sono abituata a dirlo. Però una famiglia, se non l’hai mai avuta, non ti manca”.

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Il pensiero corre sempre alla sorella Mia Martini, l’indimenticabile Mimì, trovata senza vita nel suo appartamento due giorni dopo la sua morte, avvenuta il 12 maggio 1995:“Io sono molto arrabbiata con la vita e non ci farò mai pace. Mi ha dato tanto professionalmente? Mi ha tolto troppo. I mariti li cambi, le sorelle le dai sempre per scontate. Io non mi perdono ancora di non averle detto per l’ultima volta ‘Ti voglio bene’. Per me Mimì è stata una grandissima sorella” ribadisce Loredana, che ricorda sempre con dolore aver detto no a un cellulare e non si perdona di non aver risposto al telefono quella notte di venerdì 12 maggio: “Cosa mi rimprovero? Di non aver accettato quel cellulare che lei voleva regalarmi. ‘Dai, non si può mai sapere’, mi diceva, ma io nulla. A casa avevo un telefono/fax che mi aveva regalato Fabrizio De André… era uno di quei telefoni commutabili, che se premevi un tastino era telefono, se ne premevi un altro era fax. Lei chiamò per tutta la notte quel venerdì. Io non risposi. La trovarono la domenica…”. Una colpa che non si perdonerà mai. Ma ora ce l’ha un cellulare? “No. Dopo aver perso la telefonata della vita.. che mi interessa comprare in cellulare”.

 

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