Jerry Calà: una vita di successi, cinema e comicità

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Jerry Calà: una vita di successi, cinema e comicità

Abbiamo incontrato il leggendario ed esilarante comico, attore e regista Jerry Calà.

«La sua brillante carriera nasce con “I Gatti di Vicolo Miracoli”».

Jerry Calà 4«Esatto, ho cominciato il mio percorso artistico come parte integrante de “I Gatti di Vicolo Miracoli”: abbiamo avuto tante soddisfazioni, componendo qualche disco che si è posizionato in vetta alle classifiche, vendendo milioni di copie. Con il gruppo musicale abbiamo fatto due film, dopodiché io sono stato scelto dal cinema come protagonista, ho lasciato la band ed ho incominciato la mia carriera come attore».

«A proposito di cinema il suo ultimo lavoro come regista, sceneggiatore oltre che attore, è stato “Chi ha rapito Jerry Calà”, che film è?»

«È una commedia che a quanto pare è piaciuta molto, non solo a coloro che hanno amato quella degli anni ’80-‘90. Ho cercato di restare sui canoni di leggerezza e divertimento che credo mi caratterizzino aiutato sicuramente anche da un’ambientazione meravigliosa.
Il film è stato difatti girato a Napoli e, come diceva Totò, ho detto tutto!
».

«Le piace quindi Napoli
«Sì, amo Napoli e credo che i napoletani abbiano una marcia in più. Hanno, ad esempio, un innato senso della musica e della comicità. Sentire recitare poi i diversi attori napoletani presenti nel mio cast (tra gli altri Sergio Assisi, Antonio Fiorillo, Barbara Foria), con il loro accento, è stata una vera e propria sinfonia».

«A marzo dell’anno scorso, proprio sul set del suo film, ha avuto un malore. Cosa è accaduto?»
«È accaduto che ho avuto un infarto. È stata una botta. Sono stato operato d’urgenza e mi hanno messo tre stent. Eventi così ti ricordano che è importante la vita, non il resto. E ti ci attacchi ancora di più. Ho capito che devo “allentare la presa” e lavorare con più calma. Sono stato sempre molto appassionato al mio lavoro e frenarmi in questo senso non è sempre facile».

«Jerry, lei nel cinema ha rappresentato il tipo ganzo, playboy… e nella vita è sempre piaciuto alle donne. Qual è il segreto?»
«Più che il figo, ho rappresentato il tipo simpatico che, pur non essendo di aspetto bellissimo, con la sua simpatia riusciva a conquistare le donne. La frase che riassume il prototipo dei miei personaggi la pronunciai in Vacanze di Natale: “Non sono bello, piaccio!”».

«Lei è il “personaggio” per antonomasia dei film di Vanzina. Qual è stato il suo rapporto con Carlo
«Carlo Vanzina è il regista a cui mi sento più legato e mi manca tantissimo, è lui che mi ha dato successo nel cinema. A lui sento di dover dire grazie. Sono legato pure al fratello Enrico perché loro due lavoravano sempre a stretto contatto».

Jerry Calà 8«È da sempre molto amato dai giovani. Come li coinvolge
«Il mio successo nei confronti dei giovani deriva dal fatto che ho avuto la fortuna di fare dei film che sono rimasti nel tempo, che ritrasmettono puntualmente sulle piattaforme e sulle reti televisive e che sono diventati dei cult. I giovani capiscono che quei film avevano qualcosa in più, che ci divertivamo di più di oggi. I ragazzi questo lo percepiscono e quando vengono ai miei spettacoli cantano e conoscono tutte le mie canzoni, nonostante il salto generazionale».

«Progetti futuri? Cosa vuole ancora realizzare Jerry Calà?»
«Mi piacerebbe interpretare personaggi non necessariamente comici. Con la mia nuova età, con il mio nuovo aspetto e la mia maturità, sarebbe bello recitare un ruolo interessante. Una fiction importante. È ormai provato poi che gli attori comici possono cimentarsi brillantemente anche in parti drammatiche. Sono un comico che – sia chiaro – non ha nessun rimpianto per la carriera intrapresa. Mi piace far ridere la gente e mi piacerebbe semplicemente sperimentare strade diverse».

«Cosa non rifarebbe?»
«Rifarei tutto, ogni cosa è stata un’importante esperienza di vita. “Una vita di stent” (quelli avuti dopo l’infarto) sarà probabilmente il mio prossimo libro».

Questa battuta, rende ancora più tangibile la sua capacità di condividere e sdrammatizzare, con la solita leggerezza, anche la malattia.

A cura della Redazione
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