Jasmine Lobianco: “In guerra le trans sono discriminate e in pericolo”

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Jasmine Lobianco: “In guerra le trans sono discriminate e in pericolo”.

La modella Jasmine Lobianco si aggiunge al coro per mettere fine all’orrore della Guerra in Ucraina e delle discriminazioni subite dalle trans.

Questa guerra ha milioni di volti, tanti si sono spenti per mano dei bombardamenti e il fuoco nemico, altri sono in fuga, alcuni sono stati fatti prigionieri e chissà quale sarà la loro sorte e così via. Ogni giorno, dal fronte e dai confini dell’Ucraina ci arrivano tante storie.

Jasmine Lobianco: "In guerra le trans sono discriminate e in pericolo"

Jasmine Lobianco: “In guerra le trans sono discriminate e in pericolo”.

La modella Jasmine Lobianco, però, sposta e pone l’accento e alza la voce per denunciare le storie di tutte le trans, anche loro fanno parte di quest’assurdo conflitto, ma sono emarginate e a causa della legge marziale chiamate al fronte per servire la patria.

“Le loro storie ci giungono con il contagocce, meglio far finta di nulla la guerra è altro. No: la guerra è anche questo”, così inizia Jasmine a toccare l’argomento.

 

Ciao Jasmine, abbiamo solo qualche testimonianza da parte delle ragazze trans dall’Ucraina, perché?

“Andiamo al sodo: questa guerra ogni giorno è sempre più violenta, distruttiva e a pagarne il prezzo più alto sono sempre le persone deboli, cui storie non vengono raccontate per una questione di comodo o ritenute meno importanti rispetto ad altre.

Le donne trans sono allo stremo e sempre più ai margini, continuativamente impaurite dalla legge marziale, che il Presidente Zelensky ha indetto lo scorso 24 febbraio, ma in che mondo viviamo?”.

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Spiegaci meglio.

“Alcuni racconti ci arrivano dalla stampa estera, altri da alcuni giornalisti volenterosi qui: le ragazze e donne trans in questa guerra stanno subendo delle atroci discriminazioni e non possono lasciare il paese come tutte le donne profughe a causa del loro passaporto, dove emerge la loro identità maschile. Quel che è peggio: sono chiamate alle armi e a scendere in trincea per combattere.

Ancora, la maggior parte sono giovanissime tra i 18 e i 20 anni, in piena fase di transizione e hanno dei bisogni impellenti a livello farmacologico, non devono interrompere le cure e a livello psicologico devono essere supportate per non aggiungere altri traumi”. 

Cosa dobbiamo fare?

“Si parla di aiuti umanitari, si parla di raccolte fondi e medicinali, ma serve di andare da loro fornire supporto psicologico e aiutarle a venire via. In questo, la Croce Rossa che è impegnata in prima linea, può veramente fare tanto”.

Quanto è importante nella fase di transizione, essere seguiti e ricevere le cure corrette?

“Sarò ripetitiva, ma la fase della transizione è delicata, già accorgersi di essere nate in un corpo sbagliato è un trauma. Intraprendere un percorso significa ricevere farmaci e sostegno psicologico, tutto quello che ora manca alle trans ucraine, che si ritrovano discriminate e continuamente vessate psicologicamente. È una guerra violenta che deve terminare al più presto possibile”.

A cura della Redazione.

Una vita piena di bollicine a tutti!

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