IL FESTIVAL DELLA SERENITA’

Erano anni che non si respirava un clima sereno, al Festival. Carlo Conti, che pare un bambino al luna park, ce la sta mettendo tutta. Ed è la primissima volta che anche le polemiche rimangono fuori dall’Ariston, dando a questo Sanremo una cornice diversa, innovativa. Questo nonostante il direttore artistico e conduttore abbia voluto creare un evento che sapesse di moderno, ma anche di quei mitici anni ’80 in cui lui era un semplicissimo speaker radiofonico inviato qui nella cittadina ligure. Ed ecco un’edizione del Festival in cui si ritrovano quei Masini, quei Raf, quegli Spandau Ballet (da poco ritornati tutti insieme) che erano colonna sonora di quel decennio rimasto nel cuore di tutti.

La politica, se non fosse per qualche battuta di Siani, stavolta non ci mette lo zampino (salvo sorprese dell’ultimo minuto). Anche il gossip, paradossalmente, qui non è di casa. Rocio Morales, fidanzata di Raoul Bova, su cui si puntava molto per i cosiddetti siparietti di cronaca rosa, non sembra essere così determinante nell’attirare su questo Festival il pettegolezzo. In questi giorni l’attrice spagnola, come si sa, divide il palco con Arisa ed Emma Marrone. Anche in questo caso di quei litigi, di quelle tirate di capelli di cui si è tanto parlato, nemmeno l’ombra. Il confronto bisogna farlo, però, sulle nostre due chiamiamole “coconduttrici” italiane. Mentre l’ex coach di “Amici”, nel suo essere impacciata, riesce comunque a suscitare simpatia anche fra gli addetti ai lavori, Arisa invece, più sciolta e meno formale, è quella più imprevedibile delle tre. A tal punto che spesso ci si chiede quanto ci sia del suo, e quanto invece non reciti la parte della simpatica sciocchina. Il pubblico apprezza, quindi va bene così. Le canzoni in gara, ebbene signori, sono canzoni da Festival: orecchiabili, attuali, quasi tutte dedicate all’amore.

E se negli anni scorsi succedeva che una melodia facile da fischiettare restasse fuori dalla rosa dei papabili vincitori, in modo sorprendente sono a rischio eliminazione brani come quelli di Gianluca Grignani, oppure il duo Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi che propongono due spaccati di vita su cui riflettere.

E’ vero che il “rischio eliminazione” non significa automaticamente essere esclusi dalla gara. Ma nel gioco delle probabilità, almeno un 70% di rischio reale esiste.

Sulla prima serata, occorre dire che gli ingredienti che hanno portato al successo di assolti (quasi il 50% di share) c’erano tutti: la reunion di Albano e Romina, attesa da 24 anni, era un asso nella manica.

Le due ugole d’oro sono state fra le principali attrazioni della prima serata del Festival, e nella gremita sala stampa quasi tutti i giornalisti cantavano in coro le loro canzoni più celebri, anche quelli che fino a 24 anni prima li stroncavano di continuo. Ma si sa, Sanremo è bello anche nelle sue contraddizioni, perché piaccia o no rimane uno specchio della società e del costume italiano. Altro colpo messo a segno, l’esibizione di Tiziano Ferro, che ha saputo abbracciare una generazione più recente, dando così un sapore al Festival di più ampio respiro. Il successo della seconda serata del Festival, che in media ha ottenuto ben 8 punti in più rispetto allo scorso anno, è segno che – come si mormora da giorni – sarà fattibile un Conti bis.

E’ proprio il caso di dire: son tornati i “conti” in casa Rai!

A cura di Andrea Iannuzzi