Giacomo Urtis: ho passato tutta la vita a lottare contro i pregiudizi!

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Medici e infermieri insorgono per via di una foto condivisa da Giacomo Urtis che lo immortala con il “lato” b in bella vista! A rischio il suo titolo

Giacomo Urtis rischia di non poter più esercitare la sua professione perché radiato per via di una foto social? Il Codice deontologico dei medici, infatti, regola anche i comportamenti al di fuori dell’esercizio professionale. Ma lui risponde così…

Giacomo Urtis non è solo un famosissimo e stimatissimo chirurgo plastico… la sua popolarità ha travalicato lo studio medico per fondersi con la dimensione dello showbiz (basti ricordare la sua partecipazione al Grande Fratello). Di pari passo, anche i contenuti dei suoi account social… dove le foto pubblicate non sempre lo mostrano solo con il camice. Anzi, spesso e volentieri senza! Mostrando così l’altro lato della sua vita, quella più intima.

Non è stato gradito il “lato b” del medico chirurgo

Lo scatto che mostra il “lato b” di Giacomo Urtis, però, ha alzato un polverone. La foto è stata giudicata osé, non appropriata al ruolo di medico che lui ricopre. Medici e infermieri di tutta Italia sono “insorti”, chiedendo al chirurgo di “ridimensionarsi”, optando per un profilo più basso che tenga conto del decoro che dovrebbe tenere.

L’associazione parla di immagine pessima

A dare voce a questo “mal di pancia” l’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, che non ha usato mezzi termini per spiegare i motivi alla base delle rimostranze nei confronti di Giacomo Urtis. Queste le parole: “Come associazione composta da personale medico-infermieristico che difende le categorie ci preme ammonire il collega Giacomo Urtis circa la pessima immagine che sta dando alla categoria medica, categoria che per secoli è stata emblema di professionalità, austerità e compostezza”, si legge nelle prime righe del comunicato pubblicato su Facebook, “è brutto che atteggiamenti del singolo buttino ‘alle ortiche’ millenni di storia della scienza”.

I comportamenti da assumere

L’associazione, dunque, chiede all’Ordine dei medici di mettere in atto un richiamo ufficiale nei confronti di Giacomo Urtis proprio tenendo conto di alcuni recenti scatti definiti troppo espliciti, se non addirittura volgari. “Certe foto con il deretano in bella vista si devono evitare”. “Il Codice deontologico regola anche i comportamenti assunti al di fuori dell’esercizio professionale quando ritenuti rilevanti e incidenti sul decoro della professione”.

Il web è insorto a sostegno di Giacomo Urtis

Molti internauti hanno però contrattaccato “Nessuno Tocchi Ippocrate”, additando l’associazione come ipocrita e omofobica. Per questo si è poi dovuta giustificare spiegando: “Fino ad oggi Giacomo Urtis (tra l’altro personaggio pubblico) è stato liberissimo di postare quello che voleva, vivere come voleva e vestirsi come voleva”, prosegue il post. “Il problema è stata la foto di pubblico dominio dove si vede il collega steso sul letto a pancia sotto con il deretano in bella vista”, precisa l’associazione, “quella lede altamente il decoro della professione medica”.

Lo avrebbero fatto con chiunque

Ma non lo dice ‘Nessuno Tocchi Ippocrate’ – così prosegue la dichiarazione – bensì il codice deontologico medico, che sono delle regole alle quali un medico deve attenersi per non incorrere in sanzioni disciplinari“.”Se poi vogliamo violare le regole, voi siete liberissimi di farlo: nella nostra storia abbiamo denunciato colleghi che accendevano le sirene della ambulanza in maniera impropria, addirittura per inaugurare negozi, ed ora denunciano anche questo, sempre e comunque per difendere la professione”. E ancora: “È facile additarci come ‘omofobi’ e ‘transofobi’, ma vi assicuriamo”, si legge in conclusione, “che lo avremmo fatto con chiunque (e la nostra pagina, con centinaia di denunce, ne è testimone). Abbiamo segnalato il ‘caso Urtis’ tramite Pec alla Fnomceo”.

Gli Articoli 1 e 2 del Codice Deontologico

Dopo tanto clamore, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri ha voluto commentare la vicenda di Giacomo Urtis, evidenziando – con una nota di Filippo Anelli all’AdnKronos Salute – di non avere autorità sui singoli iscritti bensì solo sui presidenti. Non un volersene lavare le mani visto che – questo in aggiunta a quanto già espresso – la segnalazione, ora, andrà verificata e che il tema del decoro professionale è materia di Codice deontologico. Ma cosa dice, appunto, il “Codice deontologico”? Nell’Articolo 1 si dichiara che il comportamento del medico, anche al di fuori dell’esercizio della professione, deve essere consono al decoro e alla dignità della stessa. Nell’Articolo 2, si legge che ogni azione od omissione comunque disdicevoli al decoro o al corretto esercizio della professione sono punibili con le sanzioni disciplinari previste dalla legge.

La risposta del Dottor Urtis

Sui social non si è fatto attendere la risposta di Giacomo Urtis che così ha commentato la vicenda: “Esiste un Giacomo con il camice, ed un Giacomo senza camice. E su questo non ci deve essere alcun dubbio. In un’epoca in cui si parla di diritti, di matrimoni gay, di politically correct, di adattamenti di film, di fate turchine che diventano uomini gay di colore, è un po’ sconfortante che non sia ancora ben chiaro quale sia il confine tra pubblico e privato. Ma il punto non è questo: Sarebbe troppo semplice. Piuttosto vorrei capire se questo fantomatico “politically correct” viene applicato solo in quei contesti in cui è facile farne uso. Ho passato tutta la vita a lottare con pregiudizi, sofferenze, mentali e fisiche”.

Giudicatemi solo in ambito lavorativo e non personale

“Oggi che finalmente ho raggiunto un mio equilibrio – prosegue Giacomo Urtis – e ho iniziato a vivere la mia sfera sessuale in totale serenità, non accetto che venga calpestata la mia professionalità. Se dovessi mai sbagliare qualcosa in ambito lavorativo sarei il primo ad ammetterlo. Ma se vivo la mia sessualità come voglio viverla, e qualcuno non è d’accordo, allora posso accettare solamente che venga attaccato Giacomo, o Jenny. Ma non il DOTTOR URTIS!”. Come andrà a finire? Stay tuned!

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A cura di Laura Farnesi

Una vita piena di bollicine a tutti

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