FRANCESCO FERDINANDI: GLI OCCHI PIÙ AZZURRI DEL CINEMA ITALIANO

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FRANCESCO FERDINANDI È UNO DEGLI ATTORI DELLA NUOVA GENERAZIONE LA CUI POPOLARITÀ STA CRESCENDO SENZA FRENI. MERITO DI UN GRANDE TALENTO NATURALE, CHE IL PUBBLICO CONSIDERA PIÙ DELLA SUA BELLEZZA. ANCHE SE È DEFINITO GLI OCCHI PIÙ AZZURRI DEL CINEMA 

Lo definiscono “gli occhi più azzurri del cinema”. Sono un po’ la sua caratteristica estetica, ma Francesco Ferdinandi, uno dei giovani attori in ascesa, viene premiato per un talento naturale. Gestito dalla Alex Pacifico Management, Ferdinandi ha al suo attivo molti ruoli in tante fiction di successo come Furore, Il bello delle donne, L’allieva, Don Matteo 10. E al cinema: Holding the man e Le Strade del Crimine. Lo abbiamo incontrato.

Francesco quando è nata sin che modo la tua passione per il cinema?

Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia contaminata dall’arte e dalla creatività nelle sue infinite forme, in questo colorato mix i miei sogni hanno iniziato a viaggiare verso  la via cinematografica. Quindi fin da piccolo è stata una passione latente e durante il percorso della mia vita  è venuta sempre più a galla con determinazione, fino a far sì che diventasse la mia professione.

Hai già fatto parecchie cose, quali dei tuo ruoli senti più tuo e perchè?

Il ruolo che sento più mio è probabilmente quello che ho interpretato nell’ultimo film Le Strade del Crimine (storie di criminali non convenzionali) regia di David Petrucci, ad oggi in fase di post produzione. Vesto i panni di un potente imprenditore/criminale non convenzionale, per l’appunto, proprietario di un grande impero, la cui gestione sarà causa di curiosi accadimenti; tutte vicende che contribuiranno ad alimentare  la sua strana personalità, già vittima di una estrema solitudine. Ad ora è questo il personaggio che sento più mio proprio per il suo essere non convenzionale! Un personaggio per lo più nuovo sugli schermi italiani: un uomo che ha il coraggio di affrontare se stesso a qualunque costo, mettendosi in gioco personalmente e talvolta in modo spericolato; una  personalità tormentata che si cela sotto le vesti del più affermato imprenditore del momento. Un personaggio, che sebbene sia acculturato, non sente mai sazia la sua fame di conoscenza. Il tutto contornato dalle sue debolezze e fragilità, messe in luce, spesse volte, in chiave ironica dal regista.  

Tu arrivi da un’accademia, giusto? Quanto è importante studiare recitazione, al di là di essere portati o meno a farlo?

Sì giusto, studiare è importantissimo, è necessario un allenamento costante. Sebbene la mia formazione è iniziata in accademia ed è continuata con diversi seminari, credo profondamente che per potersi migliorare sia necessario uno studio che vada oltre le mura scolastiche e che ci coinvolga a 360 gradi, mi spiego meglio: penso che sia importante effettuare una costante ricerca, che inizi dai piccoli gesti quotidiani (compiuti personalmente) e continui osservando gli altri, gli accadimenti e tutto ciò che possa esser un buono spunto per lavorarci interiormente. Insomma, un tentativo di trovare la propria verità, adatta e funzionale alla propria natura. Ogni occasione puo diventare una opportunità di consapevolezza o miglioramento.

La tv ti piace? 

Mi piace una tv responsabile, quella in cui è dato il giusto peso alle diverse situazioni che vengono trasmesse. Lo schermo ha un grande potere e quindi bisogna avere una forte attenzione nel gestirlo. Mi piace che la varietà di canali offre agli spettatori la possibilità di scegliere. Ad oggi nel concetto di televisione potremmo includere anche lo streaming, perché sta avendo un ruolo rilevante nel quotidiano e nelle famiglie italiane, e penso che questo sviluppo possa essere positivo perché offre anche ai più pretenziosi la possibilità di essere accontentati.

Tu vieni riconosciti per un viso che ha una grande espressione. Allora la bellezza conta davvero per chi fa il tuo lavoro?

Grazie, sicuramente l’immagine è ciò che colpisce a primo impatto, ma fortunatamente ho potuto interpretare dei personaggi in cui l’espressività era essenziale per una buona riuscita: sono due ingredienti da dover dosare e gestire al meglio.

Quali sono i tuoi attori preferiti, e ti ispiri a qualcuno in particolare?

Di attori italiani e stranieri che ammiro ce ne sono diversi, ognuno con una nota ben distinta dalle altre. Amo ammirare le diversità che li contraddistinguono. L’ispirazione invece è figlia di una forte contaminazione che parte dai primi film muti agli ultimi fantascientifici dalle mille tecnologie e innovazioni, ed inoltre è anche figlia del mio percorso di vita.

Perchè il cinema guarda con distanza le fiction della tv?

Beh, più che guardarsi con distanza credo che  appartengano a due mondi diversi. Cinema e fiction, richiedono  recitazioni, regie, produzioni e tempistiche diverse. Tutte caratteristiche che non screditano una agli occhi dell’altra ma che mirano ad obiettivi e ad un pubblico diverso. Ad oggi questi due mondi stanno vivendo delle contaminazioni vicendevoli, gradite o meno dal pubblico. Quindi essendo due realtà ben distinte credo sia inutile parlare di distanze ma sia più giusto apprezzarne il valore proprio di ognuno di esse. 

GIANNI LUPO

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