FIBROMA UTERINO: L’ESPERTO RISPONDE
Fibroma Uterino: Una patologia che affligge molte donne in eta’ fertile.
Il fibroma uterino o leiomioma è il più comune tumore benigno dell’utero. La crescita dei fibromi è ormonodipendente essendo infatti correlata alla secrezione ormonale ovarica e precisamente alla sua componente estrogena. Il fibroma uterino colpisce circa il 25-30% delle donne in età fertile.
Più fibromi possono colpire la stessa paziente ed in questo caso si parlera’ di fibromatosi (e non di fibroma) e le loro dimensioni possono inoltre variare da quelle di un pisello fino ad una massa che occupa l’intero addome. Fortunatamente, la maggior parte dei fibromi non causa sintomi e perciò non richiede alcun intervento; il loro trattamento è richiesto se crescono abbastanza da causare importanti disturbi (la paziente può riferire continuo senso di pesantezza al ventre, crampi, mal di schiena o ripetuti stimoli ad urinare soprattutto di notte, stitichezza). Il loro trattamento è anche richiesto quando crescono rapidamente, causano sanguinamenti anomali come mestruazioni abbondanti (menorragia) o perdite emorragiche (menometrorragia) o infine, se si rendono responsabili di ripetuti aborti.
L’ESPERTO RISPONDE
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1) Quale e’ la terapia migliore per un fibroma dell’utero?
La terapia migliore per questo tipo di patologia va attentamente discussa con lo specialista di riferimento perche’ puo’ variare molto da paziente a paziente. In alcuni casi quando i sintomi correlati al fibroma sono lievi e la paziente e’ vicino alla menopausa puo’ essere consigliabile anche non intervenire o al massimo somministrare una semplice terapia farmacologica di supporto. Infatti, una volta sopraggiunta la menopausa il fibroma tende a regredire, e con esso la sintomatologia associata. A volte invece se i sintomi dovuti al fibroma sono invalidanti ( mestruazioni abbondanti con conseguente abbassamento dell’emoglobina, dolore pelvico, urgenza urinaria ed altro) o ancor di piu’ se il fibroma rischia di comportare ( o ha gia comportato) un aborto, il trattamento chirurgico dovrebbe seriamente essere preso in considerazione. In molti casi, fino a poco tempo fa, non era possibile preservare l’organo e la paziente era costretta a sottoporsi alla totale rimozione dell’utero (isterectomia), opzione terapeutica invalidante e spesso male accetta dalle pazienti che vedono questo atto come una vera e propria menomazione. Altre volte invece, in particolare in pazienti ancora desiderose di una gravidanza, si interviene chirurgicamente, cercando di asportare il fibroma o i fibromi tentando quindi di preservare l’utero e soprattutto la sua funzionalita’. Tuttavia questo tipo di chirurgia ( che prende il nome di miomectomia) necessita molto spesso di un ‘ anestesia epidurale o totale oltre che di un taglio in addome (laparotomia) e puo’ essere gravata, in qualche caso, da sanguinamenti nell’immediato e/o da da recidive di malattia, purtroppo anche a breve termine.
2) L’embolizzazione e’ ormai in tutto il mondo considerata un valida alternativa alla chirurgia per il fibroma e la fibromatosi uterina. Cosa ne pensa?
L’embolizzazione del fibroma uterino per tutta la serie di inconvenienti e possibili complicanze legate alle terapie chirurgiche convenzionali, si sta progressivamente affermando dalla fine degli anni 90′ come valida e sicura alternativa terapeutica alle tecniche chirurgiche convenzionali. L’embolizzazione e’ infatti in grado di trattare efficacemente ed in modo permanente i fibromi senza ne’ tagli ne’ bisturi e non lasciando alcuna cicatrice. Negli Stati Uniti l’embolizzazione del fibroma sta ormai divenendo la tecnica di scelta, prima ancora della stessa chirurgica convenzionale. Questa tecnica mininvasiva è eseguita in anestesia locale e consente una significativa e permanente riduzione delle dimensioni del fibroma in piu’ del 96% dei pazienti con conseguente definitiva scomparsa dei sintomi associati (dolore, sanguinamenti ecc). Grazie all’embolizzazione il fibroma uterino puo’ quindi essere trattato in modo risolutivo, sicuro e soprattutto senza dover ricorrere all’uso del bisturi. La durata media dell’intervento e’ 20-40 minuti con un solo giorno o al massimo due di ricovero. Una delle piu’ grandi rivoluzioni in medicina degli ultimi anni.
3) Quali sono le pazienti che possono sottoporsi ad embolizzazione?
In Italia vengono eseguite circa 60.000 isterectomie all’ anno. Cio’ significa che un grande numero di donne e’ costretta a subire l’asportazione dell’utero con tutte le conseguenze che cio’ comporta negli anni successivi ( impossibilita’ ad avere una gravidanza, rischio di prolasso vescicale, aderenze addominali, riduzione o perdita del piacere sessuale, condizionamento psicologico ecc). Senza dubbio, piu’ del 95% di queste pazienti potrebbero tranquillamente sottoporsi ad embolizzazione riuscendo senza grossi problemi a mantenere l’utero e senza quindi doversi sottoporre ad un intervento di chirurgia maggiore come l’isterectomia. L’embolizzazione e’ tuttavia spesso indicata anche in quelle pazienti che non sono a rischio di isterectomia ma che necessitano di un proprio e vero intervento chirurgico per la rimozione del fibroma. In questo caso sottoporsi ad embolizzazione comporta una minore invasivita’ oltre che una rapida ripresa di ogni attivita’, generalmente da 3 a 5 giorni. Sono ormai sempre di piu’ le donne che ricorrono a questa valida alternativa nella consapevolezza di riuscire a mantenere quell’ integrita’ fisica che deve (e ora puo’) essere preservata.