FABRIZIO CORONA E QUEL GESTO MALDESTRO DI ADRIANO CELENTANO

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FABRIZIO CORONA E QUEL GESTO MALDESTRO DI ADRIANO CELENTANO

FABRIZIO CORONA, CON IL MIGLIOR NUMERO DI TRAGICO AVANSPETTACOLO POSSIBILE, È TORNATO DIETRO LE SBARRE. E IL CANTANTE (MAI COMICO COME IN QUESTO CASO), ADRIANO CELENTANO, GLI SCRIVE UNA LETTERA. ERA NECESSARIO?

Prima Fabrizio Corona era colpevole, poi è divenuto innocente, poi di nuovo colpevole e adesso addirittura un martire simile a Santo Stefano. Nella follia di pensiero generale degli italiani, evidentemente più colpiti da problemi cerebrali che non dal Covid, l’ex agente fotografico si è trasformato in un simbolo. Chiaramente dovrebbe essere un simbolo del male, un pessimo esempio per chiunque e una vera vergogna per la categoria dei mass media.

Eppure quando leggi commenti del tipo: “povero Fabrizio, ma perchè tanto accanimento su lui“, e poi “ci sono criminali che hanno commesso più reati dei suoi” (Corona ne ha ben 13 a suo carico, giusto per dire…), o ancora “con tutti i problemi che abbiamo in Italia, ce la prendiamo solo con Corona“, ti incazzi perchè capisci il motivo per il quale l’Italia è ormai il fanalino di coda dell’Europa. Poi un bel dì ti alzi e osservi esterrefatto le agenzie di stampa battere la notizia che Adriano Celentano gli ha scritto una lettera.

Ed è in quel momento che tra l’essere sbigottito e l’essere disgustato, ti rassegni al credo popolare: il trash più assoluto.

Su Adriano Celentano si è detto e scritto di tutto. Per le sue canzoni (meravigliose), per i suoi film (pellicole carine B Movie), per i suoi silenzi in tv (come avrebbe fatto meglio a continuarli, diremmo noi oggi), per le sue posizioni politiche (molto spesse incomprensibili anche per lui).

Ma francamente quando quello che è, e resta, un mostro sacro della canzone e della tv italiana, scrive un sacco di sciocchezze a Fabrizio Corona, nemmeno fosse il suo miglior amico, nemmeno fosse suo padre e tanto meno la fidanzata in lacrime disperata rimasta senza il compagno delle ore notturne, questa faccenda diventa incommentabile.

Cosa sia passato nella sua testa, non si sa. Quello che però passa è un messaggio sbagliato: Corona non è una vittima, se non di se stesso e del suo atteggiamento autolesionista e autodistruttivo. Alimentato soprattutto da chi gli sta intorno e che lo tratta come Giovanna D’Arco facendogli più danno di quanto non se ne faccia già abbastanza da solo.

Lui è in carcere per aver commesso dei reati, e 13 capi di imputazione, tutti passati in giudicato e inoppugnabili, non sono robetta tipo la signora anziana che ruba la frutta al mercato perché non arriva a fine mese con la pensione.

Anzi, in questo strano Paese con la giustizia a telecomando, rischierebbe di più la nonnina piuttosto, per esempio, di un assassino.

Poi per carità, è comprensibile che stare al fresco non sia come stare al caldo nel mar di Sardegna, però Corona ha avuto un sacco di opportunità per redimersi, per farsi perdonare, per essere libero nonostante fosse ancora detenuto.

E nessuno degli altri suoi compagni di galera, occorre dirlo, ha mai avuto tante occasioni di potersi riavvicinare alla vita di sempre con l’unica condizione di rispettare poche, semplici regole. Niente da fare.

Un errore dietro l’altro, uno sbaglio dietro l’altro. Corona non perdona, continuava a blaterare i primi anni quando addirittura sembrava per lui che stare in carcere fosse come stare all’Ariston di Sanremo: fare qualsiasi cosa, spararle anche grosse per alimentare i media. Invece Corona dovrebbe cominciare a perdonare solo se stesso, essendo lui il suo vero nemico.

Fabrizio Corona

Le sceneggiate della faccia insanguinata sui social o l’istigata rissa da parte sua con i poliziotti durante l’arresto è stato il miglior modo per suscitare  compatimento in tv e sui social. Lui è un maestro dei finti gossip e delle finte notizie. Questa volta il protagonista di una farsa mediatica è lui in persona e non il malcapitato personaggio che gli è capitato sotto tiro.

Se oggi Fabrizio è tornato in manette, non è perchè lo Stato è cattivo. Ma perchè lo Stato non può continuare a essere “distratto” rispetto a un uomo, Fabrizio Corona, che è un detenuto, e a ragione viste le sentenze, ma che al posto di essere devoto alla giustizia che gli ha teso più volte una mano l’ha ripagata continuando a delinquere e a trasgredire le regole. E allora caro Adriano Celentano, la cosa migliore sarebbe che tu tornassi a cantare, perchè l’Italia ha ancora bisogno dei tuoi capolavori.

Ma Corona lascialo dov’è, evita di far luce su un caso che ha invece bisogno di silenzio, silenzio stampa, di telecamere spente e di riflettori puntati altrove. Canta, e canta sempre. Che se canti e strilli, come in questo caso, almeno sei intonato.

A cura ANDREA IANNUZZI

Una piena di bollicine a tutti!

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