DEPRESSIONE POST-PARTUM: LA DOTTORESSA GRAGLIA SPIEGA COME AFFRONTARLA

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La depressione post-partum è un disturbo nervoso dell’umore che colpisce circa il 10/15% delle donne nel periodo successivo al parto. Parla la Dott.ssa Daniela Graglia, Psicologa, Psicoterapeuta familiare, Psicodrammatista junghiana, Pedagogista. In questa intervista ci spiega come riconoscerla e come superarla grazie all’aiuto dei famigliari e di un medico specialista.

“Dolce attesa”, “lieto evento”, “dare alla luce” sono tutti binomi perfetti che descrivono la gravidanza come un’esperienza da sempre naturale e positiva. Anche le immagini visive che ci circondano riproducono mamme e neonati sereni e gioiosi, tralasciando la rappresentazione realistica dei turbamenti e dello scompiglio che caratterizzano l’arrivo di un bebè.

Il periodo di gestazione porta con sé sentimenti ambivalenti ed emozioni contrastanti. Al desiderio e alla felicità per la futura nascita si associano normalmente vissuti personali di preoccupazione, ansia e timori”.

– Quali sono le cause?

“È bene parlare di fattori di rischio e familiarità piuttosto che di cause.

Ormonale: brusco calo di progesterone ed estrogeni con il parto. Genetica: familiari con disturbi psichiatrici, precedenti stati depressivi durante e/o prima della gravidanza, patologie associate. Psicologica: ansia, disturbi ossessivo-compulsivi, perfezionismo, bassa autostima, esperienze traumatiche non elaborate, mancanza di rete familiare e sociale affettiva e di supporto, disagio economico e degrado, uso e abuso di sostanze. Fisica: ripresa lenta dai postumi del parto, cambiamenti del corpo, perdita della propria forma fisica”.

– Come riconoscerla?

“Il 70/80% circa delle neo mamme, subito dopo il parto, soffre di tristezza malinconica per il nuovo ruolo materno. Crisi di pianto immotivate e timori eccesivi nei confronti del neonato, il così detto “baby blues” o “maternity blues”, che tende a scomparire spontaneamente nel giro di pochi giorni.   

Invece, la depressione post-partum non è una forma di malessere passeggero. Ha le caratteristiche della depressione vera e propria per intensità e durata, nello specifico la depressione maggiore. È un disagio che influenza il corpo e la mente, il pensiero e il comportamento, le convinzioni e l’atteggiamento. Inoltre interferisce con le normali capacità e funzioni della vita quotidiana, lavorativa, relazionale e sociale”.

– Quando e come si manifesta?

“È un disturbo dell’umore che interessa il 10/15% circa delle neo mamme con esordio nelle quattro settimane dopo il parto. Si manifesta con crisi di pianto, perdita d’interesse per la quotidianità, disturbo del sonno, drastico calo o aumento del peso, stanchezza e mancanza di energia. Altri sintomi possono essere: pessimismo, difficoltà di concentrazione, ansia e irritabilità, sensi di colpa, isolamento nelle relazioni sociali e trascuratezza nella cura di sè”.

– Come affrontarla?

“Il disturbo può essere curato con supporto psicologico e terapia farmacologica, se prescritta dal medico specialista.

Il vero problema è superare il disagio che il senso di colpa e vergogna provoca alla neo mamma portandola a chiudersi in se stessa senza parlarne con nessuno. Le emozioni negative e il peso della responsabilità che una donna sofferente prova sono in netto contrasto con i sentimenti gioiosi associati all’immagine della nascita intesa come “lieto evento”. Pertanto, non è così scontato poter confessare a se stessi e agli altri la tristezza, il panico, l’incapacità o il disinteresse per il neonato accettando in modo consapevole di avere un problema.

La presenza attenta di partner, famiglia e di tutte le persone vicine diviene basilare per attuare una richiesta di aiuto”.

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