Danilo Fanfano, campione di kickboxing: “Lo sport è motivazione a fare bene”

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Danilo Fanfano, campione di kickboxing: “Lo sport è motivazione a fare bene”.

Il pluricampione di kickboxing Danilo Fanfano, lancia un messaggio, dove lo sport è motivazione a fare bene.

Lo sport è da sempre uno dei grandi motivatori a fare bene, in special modo ogni disciplina c’insegna e ci indirizza la via da conquistare.

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Danilo Fanfano, campione di kickboxing: “Lo sport è motivazione a fare bene”

Soprattutto, ogni giorno ci impegniamo per raggiungere obiettivi e dare la migliore versione di noi.

Recentemente, però siamo stati colpiti dall’aggressione da parte del campione MMA, Conor McGregor, che ha sferrato un pugno a Francesco Facchinetti.

Ci siamo chiesti perché un simile gesto?

A tal proposito, abbiamo interpellato l’atleta torinese, pluripremiato campione di kickboxing, Danilo Fanfano. Nonostante, si sia ritirato dalle scene dell’agonismo, oggi continua a praticare la sua disciplina, ha il piacere di allenarla ed è un imprenditore di successo.

 

Ciao Danilo, quando hai iniziato a praticale le arti marziali?

“Che ne abbia memoria, ho iniziato all’età di cinque anni con il judo. Crescendo e a seguito di varie vicissitudini sono passato attraverso le varie discipline orientali, fino a giungere ai ring MMA. Ho concluso la mia carriera di agonista a 35 anni e ne ho di racconti e ricordi”.

Ci spieghi cosa consiste un incontro MMA e come si arriva a combattere su questo ring?

“Prima di tutto, la disciplina MMA (mixed martial arts ndr.), è uno sport da combattimento, che consente l’uso di tutte le tecniche sportive delle arti marziali, vedi: karate, muay thai, Brazilian Jiu Jitsu, Judo e degli sport di combattimento come la lotta libera, pugilato e kickboxing.

Prima in Inghilterra, poi, in America, questa disciplina all’inizio era praticata in vere e proprie gabbie, oggi, è sui ring recintati.

Ecco, arrivo al punto: i due atleti a prescindere dalle loro discipline, devono solo dimostrare la loro forza e portarsi a casa la vittoria.

Personalmente, come tutti del resto, ho fatto un percorso e si scende sul ring per diversi motivi, anzi, si combatte per giungere al proprio riscatto personale. Soprattutto, portare e termine un incontro è dimostrare di essere e avere una forte tenacia, la vittoria va conquistata. Così, come nella vita ognuno di noi conquista giorno per giorno i propri obiettivi.

Non finirò mai di affermare, che combattere mi aiutato in un momento delicato della mia vita, ogni volta che sono salito sul ring ero consapevole di possedere i crismi per andare avanti e vincere, ma fuori ho solo portato la gioia di quelle vittorie, così deve essere”.

Cosa ne pensi dell’aggressione subita da Francesco Facchinetti?

“Ogni atleta ha la sua storia, ognuno di noi si fissa degli obiettivi agonistici.

Basta leggere le numerose storie delle vite dei grandi campioni, sono tutti pieni di riscatto, voglia di arrivare e dimostrare di avercela fatta.

Ecco, che il ring è la situazione perfetta per dimostrare tutto questo, ma c’è un punto dove fermarsi. Nel caso del campione, approfondendo le sue origini emerge quanta strada ha percorso per arrivare dove si trova e tutto il contorno che lo circonda: i fans deliranti, il linguaggio impiegato per comunicare, la sua trasformazione fisica.

Per quest’ultima è interessante vedere, come nel corso del tempo il corpo longilineo tipico irlandese, oggi si mostra poderoso, muscoloso e ornato di tatuaggi espliciti. Tutto ciò fa parte del suo personaggio”.

C’è differenza dall’essere una star del ring a un potenziale aggressore, come lo spieghi?

“Il gesto del campione è intollerabile, ha sbagliato. La vicenda sarà analizzata fino in fondo, per capire cosa realmente è accaduto e per quanto il pubblico voglia schierarsi, saranno le autorità, a quanto pare a far chiarezza.

Personalmente, ribadisco il concetto che qualsiasi sport, inclusa la lotta, deve essere quella leva dove ognuno di noi dimostra il meglio di sé, la sua forza a fare sempre meglio. Abbiamo bisogno di messaggi positivi, che ci diano forza, per i giovani e per tutti”.

A cura della Redazione

Una vita piena di bollicine a tutti!

 

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