CEIKH ZIDOR: L’ASTRATTISMO E LE LUCI DEL PITTORE
L’ASTRATTISMO E LE LUCI DEL PITTORE CEIKH ZIDOR TINGONO LA CAPITALE: Inaugurata la mostra dell’artista marocchino nella sede romana della Fondazione Ducci
Nell’ambito della seconda edizione del progetto ArtInFondazione, la Fondazione Ducci presenta per la rassegna “MAD – Mediterraneo: l’Arte per il Dialogo”, l’artista marocchino Cheikh Zidor in una personale dal titolo Dans l’ombre de soi. Il Caledoscopio dell’Interiorità inaugurata Martedì 12 Maggio 2015 presso gli spazi espositivi del Cenacolo de l’Erma a Palazzo Cisterna in Via Giulia 163, nel cuore della Capitale.
Sedici opere pittoriche di grandi dimensioni – acrilico su tela – in mostra dal 13 Maggio al 14 Giugno 2015 che raccontano il percorso dell’artista e le memorie della sua città natale, Fès.
“Nel nostro artista” – ha spiegato il curatore Claudio Strinati – “l’idea del caleidoscopio, cioè del continuo spostamento degli elementi che sono tuttavia sempre gli stessi, raggiunge un apice formidabile e si può dire che questa mostra è semplicemente una sequenza di acuti capolavori, tutti prodotti allo stesso livello di tensione emotiva e di capacità espressiva. La sua materia pittorica è in effetti fortemente evocativa. Il chiarore che attraversa i quadri dà la sensazione di un luccichio lontano che è arrivato fin dentro gli elementi costitutivi della pittura medesima, mentre pesanti sbarre di colore oscuro si alternano con filamenti leggeri e disordinati. La materia cromatica passa ed esplode come una sorta di deflagrazione solare per cui ai bordi del colore compatto si diramano frammenti polverizzati che sembrano essere a stento trattenuti nel quadro.C’ è l’idea costante di un cielo, tempestoso e solcato da fulmini dove si intravede la massa del sole che spinge per uscire verso di noi. Talvolta la massa cromatica assume l’ aspetto di una macchia, una placca posta sulla superficie, non si capisce bene se per chiarire o per confondere le idee di chi osserva, quasi che il quadro fosse comparabile a un fenomeno celeste scrutato col cannocchiale non senza qualche inquietudine.
E’ un’arte che può ugualmente essere giudicata di elementare semplicità o di ardua comprensione. Ma è la stessa cosa perché ognuno, in definitiva, ha in sé gli strumenti per entrare in diretto e agevole contatto con un pittore che è maestro autentico del nostro tempo”.
Oltre duecento invitati all’apertura della mostra chiamati a raccolta da Emilio Sturla Furnò tra cui: l’Ambasciatore del Marocco Hassan Abouyoub che ha sostenuto l’evento, l’Ambasciatore della Repubblica di Costa Rica presso la Santa Sede Marco Vinicio Vargas Pereira, Marika Carinti Bollea con la figlia Barbara, il maestro Isabella Ambrosini, gli attori Marina Pennafina, Vincenzo Bocciarelli, Fabrizio Apolloni, Domenico Fortunato e Andreea Duma, lo stilista-astrologo Massimo Bomba, gli artisti Hannu Palosuo e Giulio Gorga, Maria Consiglio Visco Marigliano, Bianca Maria Caringi Lucibelli, Betta Scarpa, Elena Aceto di Capriglia, Irene Bozzi, Stefania Giacomini, Elisa Sciuto, Romano Milani i prefetti Fulvio Rocco e Gianni Ietto, Umberto Croppi.
La Fondazione Ducci – presieduta da Paolo Ducci – si occupa di promozione dell’Arte e della Cultura tra l’Italia e l’Estero, in particolare dell’affermazione di quei patrimoni di pensiero e di creatività che costituiscono le componenti peculiari della civiltà europea.
“Il nostro obiettivo”- ha affermato Paolo Ducci – “è avviare, tramite l’universale linguaggio dell’arte, un dialogo interculturale tra popoli del Mediterraneo molto vicini geograficamente, ma a volte lontani nella reciproca percezione”.