
Cade l’accusa di vilipendio per Fedez, la sua è stata solo una critica aspra “in musica”!
È STATA CHIESTA L’ARCHIVIAZIONE PER IL TESTO DI UNA VECCHIA CANZONE SCRITTA CONTRO I CARABINIERI: PER LA PROCURA NON SI TRATTA DI OLTRAGGIO!
La Procura di Milano mette il punto alla denuncia contro Fedez per la canzone in cui definiva i carabinieri e i militari “infami e figli di cane”. Non ingiuria ma libera espressione.
Un’associazione guidata dal colonnello in congedo Colasanti aveva denunciato Fedez per il brano: “Tu come li chiami”. La procura, però, in queste ore, ha chiesto di archiviare il procedimento.
NON VILIPENDIO MA CRITICA ASPRA
La canzone “Tu come li chiami”, dunque, non avrebbe i connotati del vilipendio ma solo quelli della “critica aspra, della provocazione e della ricerca spasmodica della notorietà”, tutti particolari penalmente irrilevanti. Così, con queste motivazioni, la Procura della Repubblica di Milano ha chiesto l’archiviazione della denuncia che vedeva sul banco degli imputati Fedez!
SI TRATTA DI UN VECCHIO BRANO
La sentenza di archiviazione arriva a un anno dalla denuncia presentata dall’associazione “Pro territorio e cittadini onlus”. L’accusa, appunto, era quella di vilipendio nei confronti delle forze armate dello Stato. Al marito di Chiara Ferragni, rapper di professione, si contestava il fatto di aver definito, all’interno di una vecchia canzone di molti anni fa, i carabinieri e i militari come “infami e figli di cani”.
LA DECISIONE DEL PROCURATORE
«Si tratta dunque di valutare se e come l’espressione infami sia una denigrazione (e dunque un vilipendio) o una provocazione aspra, inopportuna, ma scriminata dal diritto dì critica ex art. 51 cp – ha sentenziato il procuratore Francesco Cajani – La valutazione del contesto complessivo dell’album, del brano e dell’atteggiamento (ancorché “costruito ad arte” del personaggio Fedez) fanno propendere per la seconda ipotesi. Invero, è notorio che la musica rap (o anche trap) presenta molte analogie rispetto ai tipici brani trap statunitensi: basti pensare ai numerosi riferimenti alla droga nei primi testi di Sfera Ebbasta e di Achille Lauro».
IL FINE SAREBBE STATO QUELLO DI EMERGERE DALL’ANONIMATO
Nella richiesta di archiviazione si può inoltre leggere: «In sostanza, il personaggio è legato a doppio filo alla sua appartenenza a una “figura” che possiamo definire “maledetta” e da essa e con essa esprime la propria esistenza costruita su eccessi e provocazioni. Non è questo un tentativo di sminuire o vedere in diversa (favorevole) luce l’espressione di Fedez, ma è un’analisi prettamente giuridica e giuridico-sociologica che si fonda su due aspetti: l’appartenenza ad una “costruzione artefatta” del personaggio, indipendentemente da ciò che egli pensi o faccia nella propria vita privata; la necessità di “pubblicità” o di “notorietà” all’interno di una costellazione di migliaia di rapper con l’unico fine di emergere dall’anonimato».
IL PARERE DI RITA DALLA CHIESA
Subito dopo la sentenza, tra i vari commenti, c’è stato anche quello di Rita Dalla Chiesa, conduttrice tv e figlia del generale ucciso 40 anni fa dalla mafia, che così ha reagito: «Per me i carabinieri non possono essere toccati in nessun modo, è qualcosa che mi fa male sentire usare quei termini. Ma è vero che fa parte del linguaggio della musica rap, in tutto il mondo e non solo in Italia», Per quanto riguarda la definizione “infami e figli di cane”, aggiunge: «Si tratta di un linguaggio giovanile che possiamo accettare o meno, io non lo accetto ma io non sono giovane. Insomma non mi scandalizzo più di tanto». Si attende ora il commento del diretto interessato! Ora che Fedez non ha di certo più bisogno di uscire dall’anonimato chissà come potrebbe commentare le frasi scritte durante un capitolo completamente diverso della sua vita…
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A cura di Laura Farnesi
Una vita piena di bollicine a tutti!