
ARISTIDE MALNATI E QUELLA PASSIONE PER LA “BONAS”
INTERVISTA AD ARISTIDE MALNATI
All’inizio l’etichetta di egittologo poteva sembrare uno sfottò. Una persona di cultura, Aristide Malnati, 52 anni, esperto di storia antica, simpaticamente soprannominato “Mummy”, fra i naufraghi dell’Isola dei Famosi poteva essere visto come Miranda Priestly de “Il Diavolo veste Prada” al mercatino delle pulci. Eppure fin dalla prima puntata del reality di Canale 5 ha saputo conquistarsi una grossa fetta di pubblico, che lo ha amato per la sua lealtà, per la sua sapienza, per la sua eleganza nel modo di porsi. Un uomo d’altri tempi, si potrebbe dire.
Malnati dopo tre settimane è stato spedito a Playa Soledad per un’eliminazione a catena. In quell’occasione, sconfitto dalla solitudine, dopo solo sette giorni di permanenza ha deciso di tornare a casa. A Cayo Paloma ha lasciato alcuni compagni a cui si era molto affezionato, primo fra tutti Giacobbe Fragomeni. Ma anche Paola Caruso che, come ci racconta in questa intervista, rispecchia molto il suo ideale di donna.
Come le è venuto in mente di partecipare L’Isola dei Famosi?
L’Isola mi è stata proposta in totale autonomia da Magnolia, da una persona dell’ufficio casting che già in passato mi aveva contattato quando lavoravo per “Detto fatto” (Raidue). Ho pensato che un’esperienza del genere potesse essere divertente, liberatrice di molti aspetti del mio carattere e della mia personalità che da troppo tempo si erano seduti. Infatti, come si è visto, in questo mese che ho trascorso in Honduras sono sgorgate delle belle emozioni. E poi anche perché diventare un naufrago di questo reality poteva essere un veicolo per altre cose importanti, uno sbocco per ulteriori situazioni professionali.
Per un intellettuale come lei, secondo i luoghi comuni, era un’esperienza piuttosto improbabile, non crede?
Perché questo? Smentiamo il luogo comune. L’intellettuale è più legato alla letteratura. Io invece mi ritengo un uomo di cultura, una persona capace di trasmettere emozioni. E’ un po’ come il filosofo per Platone: è il depositario della verità, è l’essenza umana che emerge. Per Platone anche lo schiavo Menone, pur essendo per lui la parte più bassa della società, era un filoso. Di conseguenza ogni persona è uomo di cultura, più che un intellettuale. Tutti possono andare all’Isola a fare questa esperienza, perché è davvero molto forte, non c’è niente di costruito. Non solo perché non si mangia e si soffre, ma anche per i tanti momenti di verifica e di confronto con se stessi che si vivono.
Lei ha abbandonato Playa Soledad perché vinto dalla solitudine e dalle condizioni dure di quella spiaggia, e ha definito quell’esperienza come surreale. Perché?
Più che surreale direi olistica, totalizzante. Già stare a Cayo Paloma (oggi Playa Uva ndr) è tosta come avventura. Però nel confronto con gli altri, dove prevalgono anche le logiche del game, rimane un po’ stemperata. A Playa Soledad invece sei tu solo con te stesso e con tutte le sensazioni che provi. Ogni settimana di permanenza è come se fossero quattro sull’Isola principale. Ho pensato che ci fosse il rischio reale che io non reggessi a questo ritmo, anche interiore, e che i giorni successivi sarebbero diventati per me faticosi. Per uscire con un’immagine magari meno brillante, ho preferito farlo comunque lasciando il gioco con un’impressione di forza e di debolezza. Un’impressione della mia persona, totale.
Se fosse rimasto sull’Isola principale se la sarebbe giocata fino in fondo?
Mi sono reso conto, tornando a casa, parlando con tanti amici e con tanti addetti ai lavori, che avevo un gradimento crescente, e dal mio punto di vista sorprendente, sui social. Ed è proprio dal web che si determinano le scelte al televoto. Ero tra i più cliccati, tra i più commentati. Ecco, questo è il mio rammarico, sarebbe stato bello giocarsela sul terreno di chi fa programmi come, a esempio Il Segreto ecc, che sono fortissimi fra i giovanissimi e fra il popolo internet. Magari avrei perso, ma sarebbe stata una lotta “alla pari”. Con Patricia Contrerars, che ha fatto The Lady, e sulla rete ha la sua fama, ho vinto io nel mio unico televoto addirittura con l’80%.
Lei era un personaggio a Cayo Paloma, addirittura si pensava ad Aristide Malnati come un potenziale vincitore. Perché il pubblico è rimasto così affascinato dalla sua figura?
Innanzi tutto credo per il mio comportamento. La storia dell’accendino ne è un esempio. Io sono una persona vera, non sono un drammaturgo, non faccio l’attore. Ho preannunciato che avrei svelato la verità sulla faccenda, ma prima volevo parlarne con i miei compagni. Ho poi vuotato il sacco, ho anche pianto, ed erano lacrime vere. Quello che a me premeva era mostrare i valori ai quali i nostri genitori ci hanno educato. Ma poi credo di essere stato apprezzato anche per i miei racconti sull’Egitto, sulla Grecia, sull’antica Roma dove si basano le fondamenta dell’uomo. Sono temi da troppo tempo lontani dalla televisione. Magari tiravo fuori termini sconosciuti a tutti, o quasi, e stimolavo una ricerca, una riflessione. Credo che il pubblico abbia gradito.
Ci dica la verità, come si è fatto coinvolgere in quella tresca dell’accendino?
La decisione era stata presa il giorno prima di partire in modo affrettato, convulso, quasi dilettantesco da tutti quanti, chi più chi meno. “Portiamo l’accendino, non lo portiamo, comunque il fuoco ci serve, dobbiamo sopravvivere” ci siamo detti. Alla fine è stato portato come tutti sanno da Fiordaliso. Dopo che Claudia Galanti è andata in nomination, abbiamo pensato che questo fuoco andava accesso, anche per mostrare degli elementi agli spettatori. Così alla prima occasione in cui le telecamere erano lontane, il piano “diabolico” è stato attuato. Io in realtà con l’accendino non c’entravo niente, io ero li in quanto avendo addosso un paio di occhiali riuscivo a garantire una copertura.
Con chi dei concorrenti ha legato di più e perché?
Inizialmente con Enzo Salvi e con Fiordaliso. Con Marina ho anche litigato, perché lei voleva che io negassi la faccenda dell’accendino nonostante fosse stato palesemente trovato. Poi ci siamo chiariti e abbiamo passato delle bellissime giornate. Lei era molto affascinata dal mondo classico e io da quello della canzone. Diciamo che è stato uno scambio equo. Con Enzo mi sono divertito, la sua simpatia mi ha contagiato. E’ una persona vincente nel suo lavoro ma anche nella vita. Quando poi sono stati eliminati ho legato molto con Giacobbe Fragomeni, che ho conosciuto a Isla Desnuda dove, come tutti sanno, mi sono recato con Simona Ventura per due giorni. Mi ha raccontato la sua storia, una storia di grande sofferenza, maturata nei quartieri poveri della periferia sud di Milano che io conosco bene. Grazie allo sport, quello vero, che lui ha sempre vissuto rispettando le regole, si è distaccato da quel profondo dolore famigliare. La vicenda di Giacobbe dovrebbero metterla in risalto all’Isola. Se poi lui andasse avanti e addirittura vincesse sarebbe il messaggio più bello che il programma potrebbe dare.
In quei due giorni di permanenza a Isla Desnuda non ha provato imbarazzo a vedere gli occupanti senza veli?
No. Ho parlato subito di questo nel primo confessionale. Il senso del pudore non è legato alla nudità. La nudità senza volgarità è uno stato naturale, dopo cinque minuti che sono arrivato li non ci facevo nemmeno più caso.
Simona Ventura è stata clamorosamente eliminata. Voi avevate un buon rapporto. Che idea si è fatto, relativamente all’Isola, della donna e della sconfitta?
Con me Simona dal punto di vista personale è stata fantastica. Mi ha protetto all’inizio quasi come io fossi un animale in via di estinzione. Ovviamente appena “naufragato” sull’Isola ero molto vulnerabile, fossi andato al televoto avrei perso con chiunque. Lei è stata per me una sorella maggiore, anche se sono più grande io di un anno. Ha saputo valorizzarmi. Alla Playa Desnuda il pubblico ha visto la vera Simona. Era collaborativa, raccoglieva legna, cucinava il riso. Poi c’era la Simona più tattica, quella che, essendo stata la storia di questo reality, costituiva un importante punto di riferimento. L’hanno fatta fuori i compagni, ma ogni due per tre le chiedevano consigli, suggerimenti. Di conseguenza questo l’ha penalizzata agli occhi del pubblico perché l’hanno percepita come colei che voleva cannibalizzare il gruppo. Comunque la Ventura ha perso al televoto, non per mano del pubblico dell’Isola. Oggi a votare sono i frequentatori del web, quel tipo di cyber votanti che prediligono altre figure artistiche rispetto alla Ventura, che all’Isola ci sono.
Lei ha dichiarato che l’unica donna della sua vita è sua madre. Davvero non ha mai avuto accanto un’altra figura femminile che le ha rubato il cuore?
Non in maniera costante. Non ho mai avuto delle storie definibili tali, nel senso che, per varie ragioni, magari anche per scelta mia, non sono mai durate a lungo. Poi ho sempre fatto tutto nella vita, con ritardo, ma alla fine poi le cose le faccio.
E se fosse rimasto in gioco, con quale delle donne avrebbe voluto approfondire la conoscenza?
Ma io ho approfondito la conoscenza più o meno con tutte. Però una persona che mi ha colpito, sembrerà strano, ma è Paola Caruso. E’ molto diretta e ha anche un grande senso dello humor. Mi piace questo aspetto, al di là di quello fisico che può essere più o meno importante. Lei mi faceva ridere, ed erano risate schiette, non forzate.
Quindi la donna ideale di Aristide Malnati deve essere ironica?
Si. Deve sapermi intrigare e mi deve riempire la giornata di positività. Poi questo non vuol dire avere i paraocchi e non vedere i problemi. Però se li tratti in maniera leggera, non banale, ma cercando di semplificarli, già ne hai risolti metà.
Riprenderà le sue avventurose trasmissioni a Italia7 Gold?
Si. Da qualche anno, con delle giornaliste in erba, faccio dei piccoli servizi di cultura e di costume in giro per l’Europa, ma anche per il mondo. E tutto questo grazie agli Enti del Turismo. Io sono autore, e mi piace moltissimo ricoprire questo ruolo. Forse anche di più dell’andare in video, perché è la parte più creativa di questo lavoro.
A cura di Andrea Iannuzzi