ANTONIO RICCI: SONO UN UOMO CHE AMA LE TRADIZIONI

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ANTONIO RICCI, STORICO IDEATORE E REGISTA DI STRISCIA LA NOTIZIA, SI RACCONTA IN QUESTA INTERVISTA

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Antonio Ricci, papà di Striscia la Notizia, il Tg satirico di Canale 5 in onda da quasi 30 anni, è un uomo di successo, ma che resta umile, fermo nelle sue tradizioni. Ama molto la sua terra Natale, dalla quale non si è mai separato. Ricci, infatti, spenti i riflettori, torna sempre in Liguria per stare accanto alla sua famiglia e ai suoi amici. Poco tempo fa il suo programma è stato al centro delle cronache per il caso Luca Abete, maltrattato dalle forze dell’ordine di Avellino dove l’inviato stava tentando di intervistare il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Le immagini che sono andate in onda hanno lasciato tutti senza parole.

Ricci, la faccenda di Luca Abete ha fato impressione. Come possono succedere queste cose?

Evidentemente non c’è un’atmosfera distesa nel Paese. Perché assistere alle scene che tutti hanno potuto vedere di Luca Abete e di quello che gli è successo, è stato quasi incredibile. Devo dire che ciò che mi ha sorpreso di più, e mi ha colpito favorevolmente, è stato l’appoggio di tantissimi poliziotti che hanno scritto a Striscia dandoci la loro solidarietà.

 

Parlando dell’Agenzia delle Entrate, continuerete a raccontare i casi segnalati dai cittadini?

Si, continueremo perché le segnalazioni sono veramente tante e variegate. E’ chiaro che rischiamo anche di annoiare il pubblico parlandone tutti giorni, ma vediamo che c’è molto interesse. La gente è stata toccata in maniera veramente sorprendente da questo sistema, senza la possibilità di potersi difendere, dovendo pagare dei pizzi. Perché poi è questo che offende di più le persone: si viene attaccati senza una difesa, mentre quelli dell’Agenzia hanno la presunzione di imporsi. E quindi, o tratti o vanno avanti per la loro strada, tanto va bene così.

 

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Non è uno scandalo che debbiate essere voi a occuparvene?

Veramente non è Striscia che se ne occupa. Noi in realtà, ed è eccezionale, diamo voce a tutte quelle persone che sono state colpite da questi attacchi. Non è Striscia che ha attaccato l’Agenzia delle Entrate, bensì l’Agenzia che lo ha fatto contro i cittadini. E loro, i cittadini, grazie ai nostri servizi, in cui possono parlare, hanno trovato una valvola di sfogo.

L’Agenzia delle Entrate dovrebbe anche assorbire le competenze di Equitalia. Cosa ne pensa?

In Italia c’è un momento di grande incredulità. Nessuno pensa che Equitalia alla fine sarà abolita. Siamo il Paese dei gattopardi, sempre abituati a trasformare le cose, ad annunciare ma poi a fare ben poco. Io penso che dei cambiamenti ci siano stati, bisogna vedere se si andrà davvero in questa direzione.

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Poche settimane fa è tornata in video Wanna Marchi da Maurizio Costanzo. La donna ha evitato di parlare troppo di Striscia. Lei ha visto l’intervista? Che effetto le ha fatto?

Si ne avevo sentito parlare, e ne ho visto cinque minuti, non però mentre andava in onda. Io non gioisco se le persone vanno in prigione, tuttavia va sempre ricordato che quella scuola di pensiero secondo la quale se c’è una persona che si fa truffare in quel modo è giusto perché se l’è andata a cercare, è profondamente sbagliata. Io penso invece che chi truffa in questa maniera, vada sempre alla ricerca dei soggetti più deboli, di quelli che hanno dei grossi problemi e che necessitano per questo di una tutela maggiore.

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Il Tg satirico è sempre campione di ascolti. Qual è la formula segreta?

Non c’è una formula come quella della Coca-Cola. Il segreto è che ci lavoriamo tanto, per molte ore. Non è detto poi che tutte le volte si riesca a fare il massimo, però cerchiamo sempre di farlo. Può capitare che in qualche occasione pensiamo delle cose e poi ne succedono delle altre. Però l’idea è sempre mettercela tutta, perché è difficile che succeda qualcosa se non c’è dietro tanto impegno.

Il velino moro Pierpaolo Pretelli ha fatto un calendario nudo, l’ha visto?

No, me lo sono perso. Però Pierpaolo l’ho incontrato tra le quinte di Striscia, ci siamo salutati ma non ho visto il calendario. E devo dire che sono anche contento di non averlo visto (ride). Avevamo già avuto un momento topico di questo genere, quando il velinone Edo aveva fatto un almanacco anche lui senza veli, e c’era una foto mitica che fece ridere tutta Italia con lui appeso a una ruspa.

Giorni fa le ha fatto pubblicamente un appello, vorrebbe tornare nel Tg satirico ma come inviato e non come velino. Lei che dice?

Mi sono perso anche l’appello. Non saprei, per ora abbiamo tanti inviati. Lo scorso anno ne sono stati arruolati cinque e sono andati tutti bene. Ma non si può mai dire…

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L’abbiamo vista cantare sul palco di “Ottobre De Andrè”. Le piace moltissimo la musica?

Ma no in questo caso mi hanno costretto (ride). Io tuttavia ho partecipato nel 1995 anche a un Festival di Sanremo, nella Riserva Indiana con Sabina Guzzanti.

Quest’anno la rassegna organizzata dai Fjeui di Caruggi si è chiusa con un ricordo a Dario Fo, recentemente scomparso. Il suo personale qual è?

L’ho conosciuto personalmente. Dario era un uomo che ha insegnato a tutti i giovani comici, autori e attori ad avere coraggio. Io lo seguivo da quando avevo 18 anni, ho sempre assistito a tutte le sue interpretazioni. Lui ha permesso di capire che ci poteva essere un’altra strada oltre a quella dello spettacolo tradizionale, che si poteva usare ed era giusto farlo.

 

Intervista a cura di Andrea Iannuzzi

 

 

 

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