Andreas Muller censurato ancora su Instagram: il ballerino sbotta

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Nuova censura su Instagram per Andreas Muller, lo sfogo social del ballerino

Dopo l’ennesima censura su Instagram Andreas Muller sbotta sui social, ecco cosa ha detto

Nelle scorse settimane Andreas Muller aveva rivelato ai suoi tantissimi fan di essere stato censurato su Instagram. La foto artistica che aveva pubblicato a quanto pare violava le norme del noto social network, questa la motivazione data al ballerino: “Il tuo contenuto viole le nostre norme della community. Usiamo le stesse linee guida in tutto il mondo per tutti gli utenti di Instagram. Ti ricordiamo che in futuro potresti perdere l’accesso al tuo profilo.”

E ancora: “Per non perdere l’accesso leggi le norme e ricorda che perderesti anche i tuoi post, tutti i follower e i messaggi d’archivio che sarebbero eliminati permanentemente. Rispetta quindi tutte le norme. Il tuo contenuto ha violato i termini in materia di adescamento per adulti”.

Andreas Muller censura Ig

Andreas Muller

Lui, piuttosto infastidito, aveva fatto un paragone con altri scatti pubblicati su Instagram dicendo: “Però ora spiegatemi che differenza c’è tra questo scatto e il mio. Me l’hanno rimosso anche dalle storie. Eppure quella di Blanco e Mahmood no. Dai ragazzi ma per quale motivo?!

Nei giorni scorsi Andreas Muller è stato censurato ancora su Instagram, vicenda che lo ha mandato su tutte le furie. Sul suo profilo Instagram si è infatti lasciato andare ad un duro sfogo, queste le sue parole: “Quanto è ridicolo questo social network. Ogni volta mi prometto di lavorarci e basta. Poi invece mi lascio andare dimenticandomi che solo alcuni possono pubblicare il cavolo che vogliono.”

Il noto ballerino ha poi concluso dicendo: “Tra foto senza vestiti e schiume sul corpo. Parti del corpo al vento, cose in vista all’aria, droghe e chi più ne ha più ne metta. Questa mia storia invece è stata rimossa. Ma andate a quel paese, voi e questa politica di M. E mi fate saltare il nervoso ogni volta che parlate di trattamenti alla pari, di non creare diversità”.

A cura di Sara Fonte

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