Alvaro Vitali: mi sono fidato ma mi hanno fregato!
«Cambiavo donne e auto ogni 3 mesi, ora vivo con 1.200 euro di pensione», afferma Alvaro Vitali, l’indimenticabile Pierino delle commedie all’italiana.
Alvaro Vitali denuncia di essere stato dimenticato dal cinema. Dopo tanti film diventati cult, infatti, ora afferma di sopravvivere grazie a una pensione che è ben lontana dai fasti che hanno caratterizzato gli anni d’ora della sua carriera.
Alvaro Vitali il suo successo lo deve sicuramente grazie all’interpretazione del ruolo di “Pierino“, un personaggio ormai cult, conosciuto persino dalle generazioni che, di certo, non hanno vissuto il momento d’oro della commedia all’italiana. Nonostante questo, però, l’attore, ora, vive nei ricordi pur volendo reagire alla situazione non proprio rosea in cui afferma di versare. Spera e chiede, infatti, di avere la possibilità di tornare ancora una volta sul set per dimostrare le sue capacità!
ALVARO VITALI, DA ELETTRICISTA AD ATTORE GRAZIE A FELLINI
Quella dell’attore romano 72enne è una storia incredibile che parla di riscatto. Quel riscatto che, negli anni ’80, in effetti, sembrava poter essere possibile nel nostro Paese, come una sorta di “sogno americano” all’italiana. Alvaro Vitali, infatti, di mestiere faceva l’elettricista. A cambiargli la vita, facendolo diventare attore, l’incontro con Federico Fellini! «Ma non sapevo neanche chi fosse, io al cinema andavo a vedere i film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia», afferma “Pierino”. La sua carriera è dunque cominciata nel 1969 e ricorda: «Avevo 18 anni e guadagnavo 16mila lire a settimana. Poi sono stato reclutato per una parte di Satyricon. 70mila lire al giorno, per sette giorni di lavoro». Una svolta che mai e poi mai si sarebbe sognato nella vita.
CON I PRIMI GUADAGNI HA COMPRATO CASA ALLA NONNA
Quel film non rimase una meravigliosa ma isolata esperienza da raccontare al momento di tornare a una quotidianità più “comune”. Fellini, infatti, chiamò Alvaro Vitali per altre parti. Il motivo? Così lo spiega il comico: «Lo divertiva la mia indole popolare. Mi chiedeva: “Ti è piaciuto Giulietta degli spiriti?” “Sì”, mentivo. “E cosa ci hai capito?” “Un cazzo, dottore”. Fellini ne rideva». Di fatto, per l’attore si aprono i portoni dorati del cinema e la sua vita cambia totalmente. «Con i primi soldi guadagnati – afferma il 72enne – comprai casa a nonna Elena, in via Oderisi da Gubbio, nel quartiere Marconi. Sono stato a casa con lei dagli 8 ai 32 anni. Con mia madre erano litigate continue…».
SI ERASEMPRE ISPIRATO A BUZZANCA
Il vero successo, però, arriva dopo: «Amarcord mi diede notorietà. Il regista Nando Cicero, che era stato l’aiuto di Francesco Rosi, stava preparando “L’insegnante”, con Edwige Fenech. Mi chiamò. Dovevo interpretare un alunno siciliano che le sbavava dietro. Non poteva chiedermi di meglio: mi ero sempre ispirato a Lando Buzzanca». Da quel momento, per Alvaro Vitali, l’inizio di una carriera di successo caratterizzata da immensa popolarità e benessere economico. «Ho fatto cinquanta film, Se ero ricco? Cambiavo macchina e donne ogni 3 mesi. Ero così famoso che non potevo entrare nei ristoranti».
IL TELEFONO HA SMESSO DI SQUILLARE
Ma la vita, si sa, è piena di colpi di scena, esattamente come sul set, e nulla è scontato, soprattutto il successo! «Poi il telefono ha smesso di squillare. – racconta Alvaro Vitali – Non mi spiego il perché. Ero popolarissimo. E lo sono ancora a 72 anni. Mi fermano per strada, mi chiedono i selfie. “Alvaro, tu sì che ce facevi divertì”, dicono. Io ho salvato il cinema commedia italiano», sottolinea.
GLI HANNO FREGATO UN SACCO DI CONTRIBUTI E ORA CHIEDE UNA NUOVA CHANCE
Al momento, però, Alvaro Vitali sta passando un periodo non proprio facile della sua esistenza che descrive così: «Dopo un periodo di depressione, arrotondo facendo spettacoli, nei teatri, soprattutto al Sud. A Roma poco, non c’è il culto della serata. Di pensione ora prendo 1.200 euro». Soprattutto, denuncia una cosa: «Mi hanno fregato un sacco di contributi». Le case di produzione, spiega “Pierino”, lo pagavano a giornata, ma su 30 ne segnavano 10 al massimo. Così per anni. «Non c’era internet, non c’erano i controlli di adesso, ed io mi sono fidato», conclude amaramente. Ora Vitali ha un unico e solo desiderio: «Fare un ultimo film, per fargliela vedere a chi non ha più creduto in me. Un’ultima opportunità». Arriverà? Ovviamente ci auguriamo di sì!
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A cura di Laura Farnesi
Una vita piena di bollicine a tutti