Alessandro Borghi e i rischi delle scene “spinte”

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L’attore (s)veste i panni di Rocco Siffredi. Alessandro Borghi, protagonista di “Supersex” ammette di aver corso dei “rischi” sul set…

«Abbiamo girato più di 50 scene spinte», racconta Alessandro Borghi, svelando un particolare davvero inatteso!

La notizia è ormai nota da tempo: Alessandro Borghi (neo genitore di Heima, nato un mese fa e frutto dell’amore con Irene Forti) avrà l’onore di (s)vestire i panni di Rocco Siffredi in “Supersex”. La pellicola, ovviamente, si ispira alla vita dell’attore hard più famoso a livello globale. Nel cast, nomi di rilievo come Jasmine Trinca, Adriano Giannini, Saul Nanni e Linda Caridi. Il 36enne, a proposito dell’esperienza, rivela: «Abbiamo girato più di 50 scene spinte”. Parla anche del rischio che corri quando reciti in scene “hard”». Quali saranno questi rischi?

ALESSANDRO BORGHI NON È UN BIGOTTO

«Abbiamo girato per quasi 100 giorni – continua Alessandro Borghi e ci sono state decine di scene spinte, più di 50. Ho accettato di fare questo progetto perché non sono un bigotto, mi piaceva la cosa e in Italia interpretare questo ruolo è un bel modo per litigare con tanta gente». E venendo al punto (ossia i famosi “rischi”), l’attore romano spiega: «Intanto si spera di essere fortunati e incontrare colleghi che hanno la stessa gestione e idee di certe cose».

IL PERICOLO È CHE…

«Il rischio più grande è che, sia tra donna e uomo che tra uomo e uomo o donna e donna, sul set potrebbe accadere che una cosa che tu metti in scena potrebbe essere fraintesa come un qualcosa che vuoi tu persona e non che fa il personaggio. Tu ti muovi e magari l’altro pensa: ‘Perché fa questo, che vuole fare? Mi vuole dire qualcosa?’. Bisogna sfuggire da quello», afferma Alessandro Borghi.

L’AFFINITÀ È ALLA BASE DI TUTTO

Come Alessandro Borghi è riuscito a gestire certi momenti “calienti” sul set ed evitare fraintendimenti che, magari avrebbero potuto pesare sul suo rapporto con Irene Forti? In una maniera semplicissima: «Io per scappare da quello ci parlo prima. Quindi o dici: ‘Io ci sto a prova’ e mi piaci anche nella vita’, oppure dici: ‘Tutto quello che farò non sono io, ma il personaggio e lo fa a favore del racconto: non sentirti minacciato o infastidito’. Così capisci fino a dove ti puoi spingere a favore del racconto. Direi che è una cosa delicata, ma che dopo aver parlato diventa più semplice. Il tipo di affinità anche da quel punto di vista è alla base di tutto».

ORA ROCCO È UN SUO AMICO

Ovviamente, tra il dire e il fare… c’è di mezzo non un mare ma un oceano. E, in effetti, Alessandro Borghi ammette: «Girarlo è stato abbastanza difficile, ma è stato molto bello. Un viaggio nella vita di Rocco che è diventato un amico, e lo stesso Rosza (la fortunata signora Siffredi, ndr). Loro mi hanno aperto le porte. Mi ha detto molto più di quello che immaginavo. L’idea che avevo di lui non c’entrava nulla con la sua essenza reale».

PERCHÉ HA ACCETTATO?

«Tutti mi chiedono: ‘Perché hai accettato di interpretare Rocco?’, e io rispondo sempre: ‘Ma perché nessuno mi ha chiesto come mai ho accettato di fare Aureliano’ (il personaggio interpretato nella serie Suburra, ndr), che era uno che sparava a tutti?». Alessandro Borghi, un attore decisamente bravo, bello e molto impavido, che non ha paura di mettersi alla prova.

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A cura di Laura Farnesi

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