STEFANIA VISCONTI: LAVORARE CON I POOH ERA IL SOGNO DELLA MIA VITA

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STEFANIA VISCONTI HA VESTITO I PANNI DI “PIERRE” NEL VIDEOCLIP DELLA NOTA CANZONE IN CUI IL GRUPPO TRATTA ARGOMENTI DELICATI COME L’OMOSESSUALITÀ E LE MASCHERE SOCIALI

Stefania Visconti è al settimo cielo. Perché ha potuto coronare un sogno, quello di lavorare con il celebre gruppo dei Pooh. Lo ha fatto recitando nel videoclip della famosissima Pierre, canzone in cui si trattano temi importanti dal punto di vista sociale. Abbiamo incontrato l’artista per palare di questa sua fantastica esperienza.

Stefania, parliamo allora di questa collaborazione con i Pooh.

La collaborazione con i Pooh ha rappresentato una delle più importanti esperienze della mia carriera artistica e non solo. Per me è stato un vero onore e una grande occasione poter vestire i panni di “Pierre” e dare finalmente un volto ad un personaggio che ne è rimasto privo per quarant’anni. Tra l’altro questa è sempre stata una delle mie canzoni preferite con la quale sono cresciuta e che ha ispirato anche il mio percorso di vita. Bisogna ringraziare artisti così noti che mettono a disposizione la loro popolarità per affrontare argomenti delicati e toccanti che fanno riflettere.

Ti sono sempre piaciuti come gruppo?

Li ho sempre seguiti perché la loro musica è autentica e ha contribuito alla storia della canzone italiana in maniera fondamentale. I loro brani hanno raccontato spaccati di vita nei quali molte persone si sono rispecchiate, me compresa.

La tua canzone preferita?

Ovviamente “Pierre” è quella alla quale sono più legata. Questo anche prima di interpretare il personaggio nel videoclip. Ha sempre avuto un significato profondo nel quale mi sono sempre riconosciuta. Amo anche altre canzoni che sono indubbiamente bellissime come “La donna del mio amico” e “Tanta voglia di lei”.

Che impressione hai avuto di loro?

Sono persone sensibili e disponibili, capaci di metterti subito a tuo agio attraverso la loro semplicità. Sono autentici e privi di quelle sovrastrutture che molti personaggi dello spettacolo ostentano. Ho un ricordo bellissimo del mio primo incontro con Roby Facchinetti nel quale ho percepito uno straordinario senso di familiarità e vicinanza.

Ce ne sono artisti come loro oggi…

I cosiddetti artisti della “vecchia guardia” era quelli che facevano una lunga gavetta prima di arrivare al successo. Ci sono molti esempi in Italia di artisti di questa levatura professionale.

Molti altri dello stesso livello oggi fanno davvero fatica ad andare avanti.

Purtroppo oggi i meccanismi soprattutto in ambito musicale sono legati solo ed esclusivamente al “fenomeno” del momento che viene osannato e portato alla ribalta, che a volte risulta privo di reale talento. A mio avviso ci sono troppi programmi e talent musicali, che portano alla ribalta cantanti discutibili. C’è una quantità imbarazzante di “artisti” che spesso durano una stagione e poi finiscono nel dimenticatoio.

Da cosa dipende?

Credo che il problema dipenda ormai dalla domanda. C’è una scarsa conoscenza musicale tra i giovani e vengono seguite sempre più le mode imposte dal momento. Vedo un continuo proliferare del genere hip hop dove i bravi però sono realmente pochi.  

Cosa bisogna fare per avere successo?

Bisogna capire prima di tutto se si hanno realmente le carte in regola per seguire una determinata strada e poi studiare tanto ed essere determinati nel raggiungere gli obiettivi prefissati.

Oltre ai Pooh hai avuto altre collaborazioni nel mondo musicale.

Ho partecipato a molti videoclip musicali come attrice e devo dire che sono state tutte esperienze interessanti e utili. La recitazione è profondamente diversa perché si concentra tutto in pochi minuti e spesso bisogna raccontare una storia in un lasso di tempo molto ristretto. Tra i vari videoclip ricordo con piacere “Piccoli dettagli” di Giusy Ferreri.

Lavori anche in teatro, secondo te vale la stessa regola?

Il teatro è un mondo particolarmente impegnativo. Bisogna sudare e lottare per ottenere i risultati sperati. Non è sicuramente una strada facile ma indubbiamente è la scuola artistica più formativa in assoluto. Molti giovani però non hanno la voglia di faticare e provano altri percorsi.

GIANNI LUPO

(Foto Cesare Colognesi)

 

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