QUESTIONE DI TESTA: IL TRAPIANTO DI CAPELLI

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Perché il trapianto di capelli è oggi una tecnica sicura e affidabile se condotta da mani esperte…

 

EROS COCOZZACe lo spiega il dott Eros Cocozza, chirurgo estetico, co fondatore del progetto “Smart Hair Surgery”, un equipe multidisciplinare specializzata nel trattamento chirurgico della calvizie, di cui fa parte insieme ai dottori Francesco Puglia, Riccardo Cassese e Ines Mordente. Tale gruppo, spiega lo specialista, nasce dalla voglia di creare un centro di riferimento, specializzato nella terapia della calvizie. L’obiettivo è accompagnare il paziente dalla fase preliminare alla chirurgia fino al post trattamento e alla terapia di mantenimento farmacologica, minimizzando i rischi ed ottimizzando i tempi ed i risultati.

Tutti i tipi di calvizie possono essere trattati col trapianto?

Nella perdita dei capelli giocano un importante ruolo numerosi fattori clinici. Le cause della calvizie sono molteplici. Solo un inquadramento diagnostico approfondito delle stesse porta ad una selezione del paziente che può essere sottoposto all’intervento di autotrapianto. Oggi la maggior parte dei pazienti trattati chirurgicamente è affetta da alopecia androgenetica. I colpevoli di questo lento quanto fastidioso processo di caduta dei capelli sono gli ormoni androgeni e, in particolare, il testosterone. Questo ormone, viene trasformato da un enzima (5 alfa reduttasi) in una particolare sostanza (diidrotestosterone) diventa il nemico numero uno dei bulbi piliferi.

Quello della calvizie è un fenomeno sempre più diffuso nell’uomo e avvertito come una vera e propria menomazione, lei che ne pensa?

Viviamo nell’epoca della comunicazione visiva e sempre più uomini avvertono la necessità di curare l’aspetto estetico. Si stima che in Italia siano dieci milioni gli italiani colpiti da alopecia androgenetica o calvizie comune. La calvizie maschile si aggiudica di diritto il primo posto sul podio tra gli inestetismi più frequenti e altrettanto odiati dagli uomini diventando un vero e proprio cruccio per il sesso forte.

Quali sono le tecniche operatorie nell’autotrapianto di capelli?

Ad oggi, esso è realizzabile seguendo almeno due diverse tecniche, la “FUE” (Follicolar Unit Extraction) e la “FUT” (Follicolar Unit Transplantation) detta anche tecnica “Strip”. Entrambe le tecniche richiedono la coordinazione di personale specializzato ed esperto e l’esecuzione presso centri accreditati per la chirurgia ambulatoriale. I bulbi piliferi del paziente vengono prelevati, selezionati e reimpiantati nelle zone di alopecia. In pratica si effettua un trasferimento di capelli con la loro radice, da un’area del capo che chiameremo area donatrice ad un’altra calva o diradata che definiremo ricevente. I capelli trapiantati nella loro nuova sede si comporteranno come avrebbero fatto nel loro sito originario dando vita ad una normale crescita.

Le tecniche d’intervento differiscono per la sola fase di prelievo; nella F.U.T. infatti le unità follicolari vengono prelevate previa asportazione di una piccola striscia di cuoio capelluto dalla zona nucale e successivo isolamento dei follicoli. La F.U.E. consiste nel prelievo diretto delle singole unità follicolari, mediante microscopici bisturi circolari, dalle zone in cui i capelli sono più folti. Il metodo FUE richiede più tempo rispetto alla tecnica classica, per questa ragione il numero di unità trapiantabili per singola sessione è inferiore.

 La fase di reimpianto è comune ad entrambe le tecniche e prevede l’innesto delle unità prelevate, una ad una mediante specifici strumenti. Questa fase è particolarmente delicata poiché la naturalezza del risultato dipende da numerose variabili quali la densità, distribuzione ed orientamento dei capelli.

Entrambe le tecniche di trapianto non necessitano di anestesia generale. È sufficiente l’anestesia locale con infiltrazioni d’anestetico direttamente nella zona interessata. Per rendere il trapianto di capelli più confortevole il paziente può ricevere, dall’anestesista dell’equipe, una blanda sedazione.

E dopo l’intervento?

Come per ogni intervento ambulatoriale, il paziente segue una terapia domiciliare e delle specifiche istruzioni. In ogni momento può contattare il chirurgo che lo seguirà nell’immediato post-operatorio e nei mesi successivi. Il recupero è molto rapido e le unità follicolari trapiantate inizieranno a produrre i capelli dopo poche settimane. Nel giro di qualche mese gli esiti dell’intervento sono virtualmente non identificabili.

È tutto cosi semplice come sembra?

Affatto. Si tratta di un intervento di microchirurgia che richiede un affiatamento completo dell’equipe operatoria ed una precisa coordinazione di tecniche e mezzi. Per questo è importante rivolgersi ad un chirurgo esperto, che interpreti l’intervento in senso estetico ed a tratti artistico. Inoltre consiglio di evitare il “low cost” ed il turismo chirurgico all’estero, i cui risultati sono spesso sulle pagine di cronaca. In Italia infatti la sanità privata, grazie anche all’attività di controllo e certificazione delle ASL, garantisce risultati brillanti nel rispetto dei protocolli e delle normative a tutela della salute dei pazienti.

Concludendo?

Consiglio ai lettori di non trascurare la possibilità di migliorare il proprio aspetto. certo che confidare al professionista esperto le proprie necessità, anche estetiche, sia la base per un corretto rapporto medico paziente che è già il primo passo verso la realizzazione di un sogno.

TRAPIANTO DI CAPELLI

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