OLIO DI PALMA: UNA MINACCIA PER L’ORGANISMO

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OLIO DI PALMA: UNA MINACCIA PER L’ORGANISMO

LUCA DI TOLLAIl Dott. Luca Di Tolla opera nel settore della nutrizione e dello sport. E’ un Biologo – Nutrizionista.

Si è laureato in Scienze Biologiche presso l’ Università’ degli Studi di Napoli Federico II e successivamente in Alimentazione e Nutrizione Umana presso l’Università degli studi di Milano con una tesi sul “dispendio energetico nel gioco del calcio”. Ha conseguito anche il diploma nazionale di preparatore atletico, si occupa di “Nutritional Sport Consultant” seguendo numerosi atleti tra cui calciatori in diverse categorie sia professionistiche che dilettantistiche ed è consulente nutrizionale di alcuni personaggi del mondo dello spettacolo. Ha praticato diversi sport tra cui l’atletica leggera a livello agonistico.

Che cosa è?

L’olio di palma è ottenuto dalla spremitura dei frutti della palma Elaeis guineensis. Si tratta di un olio di colore rosso acceso per l’elevato contenuto di carotenoidi ampiamente utilizzato nei paesi in cui la palma viene coltivata (Africa, Asia e America centro-meridionale).

Questo ingrediente è entrato a pieno titolo nella nostra alimentazione, basti pensare alle merendine, alimenti confezionati, cracker, dolciumi, precotti e fritture. Non sempre la sua presenza è riconoscibile sull’etichetta dei prodotti, infatti, è frequentemente sostituito dalla dicitura “oli e grassi vegetali”. Eppure il suo altissimo contenuto di grassi saturi lo rende una minaccia per l’organismo.

Quali sono le sostanze imputate?

Nell’olio di palma vi è un altissimo contenuto di (oltre il 50% della composizione) tra cui l’acido palmitico, che ne costituisce il 47%. Un tasso così elevato di grassi può stimolare la produzione e l’accumulo del colesterolo cattivo (LDL) con tutti i rischi sull’apparato cardiocircolatorio. Più il colesterolo si accumula all’interno dei vasi,maggiori sono le chance di sviluppare patologie gravi come l’infarto e l’ictus.

La Food And Drug Administration statunitense ha da tempo sottolineato i danni dell’abuso di grassi saturi,tanto che ha obbligato i produttori a mostrare chiaramente sulle etichette la quantità di olio di palma utilizzata per ogni singola porzione. La stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha consigliato di non superare mai l’assunzione del 7% di grassi saturi nel conteggio quotidiano delle calorie.

Le conseguenze sulla salute

L’assunzione di grassi saturi in grande quantità minaccia innanzitutto il sistema cardiocircolatorio (rischio occlusione delle arterie). Inoltre, un’alimentazione ricca di grassi saturi favorisce l’obesità: non solo perché questi vengono accumulati sotto forma di adipe, ma anche perché la circolazione nel sangue altera i normali meccanismi della fame, innalzando il livello di sazietà con conseguente aumento della fame. Non è la semplice assunzione a far male in sé (questi grassi sono utili, ad esempio,alla crescita della muscolatura)quanto l’abuso.

Se si assume olio di palma raramente, è naturale che i rischi a cui si espone l’organismo siano davvero contenuti. Pur essendo ricco dei grassi saturi, le piccole dosi non sono di certo nocive. L’allarme è scattata per l’estrema diffusione del prodotto. Essendo poco costoso e soprattutto facilmente malleabile (l’olio di palma tende a solidificare a temperatura ambiente), può essere facilmente maneggiato nell’industria alimentare, in particolare in quella dolciaria (sono pochi i cibi confezionati che ne sono esenti).

 Occhio all’etichetta

 Il primo passo da compiere è quello di controllare sempre l’etichetta dei prodotti ed evitare l’acquisto di quelle marche che non specificano chiaramente l’impiego dell’ingrediente.

 Non dimentichiamo che:

L’olio di palma è un olio vegetale ricco di sostanze nutrienti necessarie per il fabbisogno energetico giornaliero e rappresenta una preziosa fonte di beta carotene e vitamina E. Basti pensare che i tocoferoli e i tocotrienoli (isomeri della vitamina E) contenuti nell’olio di palma,sono preziosi antiossidanti. Infine, le raccomandazioni della comunità scientifica sono volte più a limitare la quantità globale di acidi grassi saturi assunti con la dieta.

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Dott. Luca Di Tolla

Biologo – Nutrizionista

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