GLI STADIO VINCONO SANREMO 2016
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Ieri sera è andata in scena l’ultima serata del Festival della Canzone Italiana. A vincere questo Sanremo gli Stadio con “Un giorno mi dirai”, grazie a un tripudio di voti che avrebbe fatto invidia a una consultazione elettorale.
Seconda classificata Francesca Michielin con “Nessun grado di preparazione”, terzi Giovanni Caccamo e Deborah Iurato con “Via da qui”.
Mai come quest’anno fare pronostici è stato complicato. Difficile capire fino all’ultimo chi sarebbe salito sul podio. Tanto che la vittoria degli Stadio non era mai stata presa in considerazione, eppure alla fine lo storico gruppo si è aggiudicato per la prima volta la palma d’oro. La kermesse si chiude con un bilancio positivo per gli ascolti ma con parecchie falle che certamente hanno rischiato di comprometterne il successo. Cosa ha funzionato?
Sicuramente la formula di conduzione. Carlo Conti al suo fianco si è circondato di bellezza con Madalina Ghenea e Gabriel Garko, di bravura con Virginia Raffaele e di musica più o meno di qualità con 20 big e 8 nuove proposte. Le classifiche sono discutibili sempre, soprattutto qui a Sanremo. Ma sono poi i supporti I Tunes o gli store a decretare chi sono i veri vincitori. Ha funzionato l’attesa, anche creata dall’incidente di Garko, i super ospiti e un clamore mediatico che non si ricordava dagli anni 2000. Cosa non ha funzionato? Alcune votazioni, soprattutto nella sala stampa in occasione di una specifica sezione dedicata alla nuove proposte (il caso Gabbani/Miele). Un sistema di controllo esagerato che ha spesso reso difficile il lavoro degli addetti ai lavori. Molti uffici stampa di case discografiche, o dei cantanti in gara, che non sapevano gestire il traffico di interviste e interventi dei loro assistiti, spesso danneggiandoli inconsapevolmente. Ma alla fine il risultato c’è, in termini di auditel e questo basta alla Rai e alla discografica. Con la città che resta più che soddisfatta di come l’affluenza di turisti e fan sia stata nettamente superiore rispetto al passato.
A cura di Andrea Iannuzzi
