DOLCE & GABBANA: L’UNICA FAMIGLIA E’ QUELLA TRADIZIONALE

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Stefano-Gabbana-and-Domenico-Dolce-by-Julian-Broad2RGBInfuriano le prime polemiche per le dichiarazioni di Stefano Gabbana,  rilasciate a Panorama durante un’intervista accanto al suo compagno di sempre, Domenico Dolce. Gli stilisti, da cui prende il nome al noto marchio fondato  nel 1985, non hanno mai nascosto il loro amore omosessuale.  

Una relazione durata ben vent’anni: “Poi la nostra storia si è trasformata”, ha raccontato Gabbana, “Ci siamo lasciati restando insieme. Ancora oggi condividiamo tutto: azienda, pensieri, progetti, vacanze insieme con i nostri relativi fidanzati. Domenico è la mia famiglia, è l’amore della mia vita. Il nostro è un amore infinito”.

Ma la polemica sorge nel momento in cui la coppia si dichiara non favorevole ai “figli della chimica”, nati con un utero in affitto. E ancora: i due ritengono che la vita abbia un percorso naturale e ci sono cose che non vanno modificate. “La famiglia non è una moda. E’un senso di appartenenza soprannaturale”, spiega Stefano. “Sono gay, non posso avere un figlio”, continua Dolce, “Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. E anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”.

Un cambiamento d’idea però molto singolare, forse proprio durante la settimana della moda milanese, che per l’occasione, Dolce & Gabbana hanno celebrato la maternità con una collezione a tema. Dieci anni fa in un intervista a Vanity Fair, la coppia aveva svelato la loro intensa voglia di diventare genitori gay, quindi di avere figli da una donna che si fosse fatta volontaria per esprimere il loro desiderio di paternità. Inoltre, proprio due mesi fa, Gabbana aveva dichiarato il convegno sulla famiglia una “pagliacciata” e invitava ad “ignorare” i temi trattati durante l’incontro. Chissà cosa direbbero gli organizzatori del convegno in Regione, bollati dallo stilista come “pagliacci”. Ridicolizzare la famiglia su felpe e t-shirt non le dà certo l’importanza e il valore che si merita. Voi cosa ne pensate?
 

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