CLAUDIA LETIZIA 50 SFUMATURE DI LADY LETIZIA

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CLAUDIA LETIZIA 50 SFUMATURE DI LADY LETIZIA

Lo scorso 22 marzo Claudia Letizia ha festeggiato il suo trentaseiesimo compleanno all’insegna del divertimento e della sensualità; tra mascherine, frustini e manette in perfetto stile burlesque!

50 sfumature di Claudia, questo il tema della serata. Già, perché limitare Claudia Letizia al ruolo di “mamma burlesque” sarebbe davvero riduttivo visto che le sfaccettature del suo talento si estendono dal canto al ballo fino alla recitazione. Dopo l’esperienza al talent show di successo Lady Letizia, andato in onda su Sky qualche anno fa, la bella attrice partenopea vanta infatti un’esperienza a teatro come attrice protagonista nel musical  Carosone l’americano di Napoli al fianco di Sal Da Vinci e per il cinema una partecipazione al film L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi. Ad oggi Claudia è impegnata sul set di una fiction per la Rai, ma nel frattempo la possiamo vedere ogni martedì sera su Sky Atlantic in 1992, la serie tv dedicata a Tangentopoli che sta già riscuotendo uno straordinario successo di pubblico.

Ciao Claudia, sappiamo che hai organizzato una grande festa per il tuo compleanno appena trascorso. Ci racconti com’è andata?

E’ stata una serata divertentissima, trascorsa per il terzo anno consecutivo al Joia a Sant’ Antimo con mio marito e altri amici intimi tra cui Luca Abete, Francesco Cicchella e il regista Cristiano Celeste. Il tema della serata era “50 sfumature di Claudia” e gli invitati si sono divertiti tantissimo tra maschere, frustini e manette…

In Italia il burlesque è un genere ancora poco conosciuto e continua a destare scalpore tra  qualche benpensante… che riscontri hai tu con il pubblico in Italia quando ti esibisci? 

Devo dire che negli ultimi anni il pubblico italiano si sta avvicinando sempre di più a questa arte. Basti pensare allo straordinario successo riscontrato dal talent show “Lady Burlesque”, andato in onda su Sky qualche anno fa o alla partecipazione straordinaria della regina assoluta del burlesque, Dita Von Teese, al Festival di Sanremo, nel 2010. I pregiudizi dei benpensanti nascono fondamentalmente dalla disinformazione e dalla confusione delle idee che si ha di quest’arte. A volte pseudo ballerine improvvisano improponibili spettacoli “burlesque” lasciando al pubblico un’ immagine negativa e volgare di quello che invece dovrebbe essere eleganza e femminilità. Nel corso degli anni sono cambiati sia i luoghi in cui si svolgono gli spettacoli sia il pubblico. Prima era più un “fenomeno” da discoteca, seguito da ragazzi con gli ormoni impazziti, adesso gli spettacoli si svolgono per lo più nei teatri o in locali rinomati, accompagnati da una buona cena. Il mio pubblico è composto principalmente da coppie adulte, in grado di cogliere e capire l’eleganza e la sensualità dei movimenti del burlesque.

Tuo marito, da buon meridionale, non è geloso di vedere la propria moglie esibirsi in abiti così sexy? 

Mio marito è la prima persona che mi ha sostenuto in questa mia passione. Perchè ha capito come sono fatta e ciò di cui ho bisogno per sentirmi appieno me stessa. Se non fosse stato per lui non so davvero se ce l’avrei fatta. I miei erano assolutamente contrari alla cosa, classici genitori vecchio stampo, non capivano bene di cosa si trattasse.

Per te il berlesque è uno stile di vita oltre che una semplice occasione di spettacolo. Come si può essere “burlesque” in ogni momento della giornata?

La femminilità, l’ironia e i gesti suadenti degli spettacoli possono assolutamente diventare uno stile di vita di tutti i giorni, per me è così. Avere uno stile “burlesque” significa semplicemente esaltare la propria femminilità, curando il proprio aspetto in ogni minimo particolare. Capelli sempre morbidi e curati, labbra rosso ciliegia, eye-liner nero, ombretti colorati. Nel mio guardaroba ad esempio non mancano mai abiti vintage, gonne aderenti in vita e scampanate all’orlo oppure diritte e aderenti, modellate da pinces e tanto pizzo e ovviamente una sexy lingerie. Tutto ciò lo si può realizzare anche a costi estremamente ridotti. L’ estetica non basta però, il tutto deve essere abbinato ad eleganza ed ironia. Parlare sempre in modo educato, senza alzare la voce, camminare in modo elegante, muoversi come se si stesse danzando. Nina Zilli a mio avviso è la cantante più “burlesque” che abbiamo in Italia, adoro il suo stile.

Passiamo ai tuoi impegni televisivi. Come sei entrata nel cast di “1992”, serie ideata da Stefano Accorsi e prodotta da Sky? Il ruolo che interpreti è così lontano da quello della donna burlesque… 

1992 è la prima serie televisiva che racconta l’Italia di Tangentopoli. Io interpreto una giornalista d’assalto che effettivamente è un ruolo molto diverso da ciò che ho fatto finora ma questo per me è solo positivo perchè mi da l’opportunità di cimentarmi in cose nuove. Ho studiato molto recitazione e continuo a studiare tuttora, una vera attrice deve saper interpretare qualsiasi personaggio le venga chiesto. La sfida è proprio quella di risultare credibile anche laddove il personaggio in realtà è molto lontano dal tuo modo di essere. Qualche anno fa ho fatto un provino per il film “Tatanka”, girato da Giuseppe Gagliardi, lo stesso regista di “1992”. All’epoca non venni scelta ma il regista rimase molto colpito dalla mia persona, tanto che aperti i casting per “1992” si ricordò di chiamarmi. 

Per quanto riguarda la fiction Rai, che ancora state girando, che cosa ci puoi svelare invece? 

MMM… qui non posso svelarti molto. Sarà una commedia “stile Cesaroni” dove io interpreterò la sorella maggiore in una famiglia napoletana molto verace e colorata, diciamo così.

A parte i progetti in tv cos’altro dobbiamo aspettarci in futuro da te?

A parte la fiction Rai, le cui riprese non sono ancora terminate, spero tanto possiate vedermi ancora a teatro. Il contatto diretto con il pubblico quando si va in scena è qualcosa di impagabile. Sto facendo dei provini e aspettando delle risposte per questo. Un altro campo che sto esplorando poi è la radio. M’ invitano spesso in trasmissioni radiofoniche, in qualità di esperta di calcio e tifosa del Napoli, e devo dire che non mi dispiacerebbe provare a  stare dietro a un microfono, imparare il ritmo, i tempi dello spettacolo, la modulazione della voce…

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